In riva al mare

Chiudi gli occhi, immagina di essere su una spiaggia, seduto, guardi l’orizzonte. E’ l’esercizio che mi ha fatto fare Katia, la mia counselor. E’ un esercizio per rilassarsi, dovevo immaginare che ci fosse qualcosa che trasportata dalle onde venisse verso di me. Katia l’ho vista per l’ultima volta ieri. Mi ha detto che avevamo finito il nostro percorso.

–          Ho sciolto la parte esterna dei tuoi cubetti di ghiaccio, ho visto che hai fatto dei progressi. Ora se hai voglia, puoi continuare. Non con me, non ho le competenze adeguate per andare oltre. Se hai bisogno ti posso dare il nome di uno psicologo. Pensaci se ritieni che possa servirti e fammi sapere.

  • Ci penserò.
  • Ritengo che abbiamo fatto dei grandi passi in avanti noi. Oggi durante l’esercizio ti sei lasciato andare completamente. All’inizio non era così, eri molto imbarazzato. Ho potuto lavorare con te, non sei un soggetto facile, ma quando ti affidi sei un grande esecutore, tra i migliori. Per questo siamo riusciti a fare dei progressi.
  • Si, sento anche io di esser migliorato in parecchie cose. Mi sento meglio.
  • Le volte che ci siamo visti ho cercato di non far cadere il discorso su tua moglie e sui ragazzi. Non l’ho fatto perché i tuoi problemi non sono importanti, voglio che lo sappia. Ho cercato di farti concentrare su te stesso. Attraversi un periodo molto difficile e delicato. Ho pensato che la cosa essenziale è che tu abbia la forza di affrontarlo. Ho cercato di rinforzare te, per quanto ho potuto. Quello che abbiamo fatto è farti prendere coscienza delle tue capacità, che sono enormi.

Per il resto, è evidente che tu sia vittima di alienazione. Su questo deve lavorare il tuo avvocato, per cercare di ristabilire un giusto equilibrio nella tua vita.

  • Ti ringrazio Katia, penso anche io di aver fatto molti progressi dal punto di vista emotivo. Mi sento molto più sicuro nel gestire le sensazioni.

Ho compreso quello che mi vuoi dire, e ci ho anche riflettuto su, tempo fa. Ho scritto qualcosa in proposito: per ogni soluzione c’è un problema. Ho usato un gioco di parole per dire che la soluzione a tutti i problemi è nel nostro modo di affrontarli.

  • Ah, sul tuo blog?
  • Si, lì. Ti ringrazio, e ti faccio sapere in un modo o nell’altro se decido di proseguire con uno psicologo.
  • Sono io che ringrazio te, perché ho conosciuto una grande persona. Hai tutti gli strumenti per risalire da queste difficoltà, grande cultura, una bella personalità e una forza emotiva che però devi imparare a tirare fuori. Io ho fatto fin dove ho potuto. Ciò non toglie che se hai bisogno ci possiamo sempre rivedere . Basta una telefonata.

Gli addii mi dispiacciono sempre un po’. Mi è sembrato come quando vai ad una festa con un amico e non conosci nessuno. Lui si allontana. In quel momento devi fare da solo, puoi farti prendere dal panico, rimanere ingessato o buttarti nella mischia tentando di attaccare bottone con qualcuno. Ti stampi un bel sorriso in faccia e vai, leggero.

Così ho fatto. Mi hanno fatto piacere le sue belle parole, la ho salutata pensando che un giorno magari ci torno. Chissà.

Stamattina mi arriva un messaggio da Angela, una mia amica.

  • Buongiorno Zio (mi chiama così)

Mi manda una foto della tifoseria di uno stadio, commentando.

  • Tuo figlio stamattina su Facebook.

Capisco che è andato allo stadio.

  • Vabbè. Rispondo con amaro.
  • Forse sarà andato allo stadio, scusa se te l’ho mandata, ma ti volevo informare.
  • Ok, hai fatto bene, Angela.
  • C’è anche un video ma non posso salvarlo.
  • Ok, si vede con chi è andato?
  • No, ha inquadrato la tribuna con canti, più o meno quello che vedi nella foto.

Prima o poi dovrei iscrivermi a Facebook, sono rimasto uno dei pochi. Mi hanno bloccato whatsapp, figurati se accetteranno una amicizia su Facebook!

Alla sconfitta purtroppo ci si assuefà. Non è come la vittoria. Dopo un po’ ti rassegni a perdere e capita che parti già perdente. Gliel’ho detto anche a Katia. Sto combattendo con questa abitudine alla sconfitta che non mi piace per nulla. I primi tempi, mandavo un messaggio e se non rispondevano mi incazzavo terribilmente. Certo, serviva solo ad aumentare l’accumulo di stress. Non ottenevo alcun risultato arrabbiandomi, ma era una reazione. Scaricavo.

Oggi mando un messaggio e so già che non mi risponderanno. Se mi rispondessero cadrei nel panico, forse. Neanche a giocare le due colonne al superenalotto sono così rassegnato. Non va bene.

Angela sa che ci sarei rimasto male, ma sarebbe stato peggio non saperlo. Era una cosa che avevamo fatto sempre insieme quella di andare allo stadio. Chissà con chi è andato. Sono nervoso, scrivo a mia moglie su Whatsapp:

 

  • Con chi hai mandato nostro figlio allo Stadio ieri?

Risponde rapidamente. Strano.

  • E’ andato con la scuola calcio, squadra, mister e presidente.
  • Lo sai che devi informarmi?
  • Lo sapevi come sai delle partite, me lo hanno detto caro e puoi informarti anche tu, da solo.
  • Non sapevo nulla.
  • Chiedere, vedere, senza che vieni solo a vedere le partite come uno spettatore.

 

Parlare con questa signora è davvero inutile, penso. I ragazzi non mi parlano e mi evitano da mesi e dice che mi dovrei informare. Ho fatto pure un gruppo con le mamme della scuola calcio su Whatsapp, pur di estorcere qualche informazione per tempo. Mi hanno accolto per compassione nel gruppo, forse. Questa settimana non son potuto andare agli allenamenti. Nessuno mi ha avvisato. Non posso pretendere che lo facciano sempre, avranno i loro problemi e sarà sfuggito. La mia situazione è talmente paradossale che credo sfugga pure alla loro forma mentis di persone normali.

Mi rendo conto che è uno sforzo immaginare un padre che non sappia nulla del proprio figlio e vada in giro elemosinando informazioni.

Replico:

  • Devi informarmi se acconsenti a qualcosa del genere. E’ un tuo obbligo e non lo hai fatto.
  • Lo sapevi, anche tu devi informare quando vai fuori e non lo fai.

Che stronza. Devo informare chi? Mi verrebbe da urlare! Lo sa che non mi rispondono, chi cazzo devo informare!!! Conto fino a dieci.

Lei continua, quando incalza è che ha la coda di paglia.

  • Comunque è stata organizzata con la scuola calcio e ci è andata tutta la squadra e tu lo sapevi non fare il furbo. Ho le prove di tutto questo e se volevi potevi chiedere anche tu a tuo figlio o a me. Piuttosto hai versato i soldi della chiesa per il piccolo? 30 euro.

La sconfitta stamattina mi pesa. Sento calore nel corpo, mi sale alla testa e non è calore positivo.

Avrei voglia di rompere qualcosa. Mi metto in auto, in silenzio. Vado in ufficio. Non c’è nessuno al sabato. Il mio ufficio è in un edificio alla zona industriale. Al sabato praticamente solo erbacce e cani randagi.

Entro dentro, tiro fuori un urlo forsennato e mi inginocchio. Sento una fitta forte allo stomaco e chino il capo.

Mi ricordo dell’esercizio che mi ha fatto fare Katia. Cerco di pensare di stare in riva al mare. La spiaggia è uno dei posti più belli per me come per tanti altri. Sembra che derivi dal fatto che sul bagnasciuga si incontrano i quattro elementi.

Il fuoco, fratello sole, l’aria, meglio se una brezza, la terra e l’acqua. E’ un punto di equilibrio, per questo motivo avvertiamo una sensazione di benessere.

Con il pensiero della spiaggia rimango un paio di minuti in ginocchio, con gli occhi chiusi.

Mi alzo, ma sono ancora incazzato nero. Vorrei prendermela con il mondo intero. Telefono al mister, amico dei miei suoceri.

  • Ciao
  • Ciao
  • Scusa se ti disturbo, ma ho saputo che ieri siete stati allo stadio con la squadra. Sai che purtroppo da mia moglie non ho informazioni, ma non usate informare i genitori quando ci sono queste iniziative?
  • Si, ma io che ne so che tua moglie non ti avvisa. Sai quanti genitori sono nelle vostra situazione?
  • Si, comprendo, ma che significa. Non occorre il consenso di entrambe i genitori quando fate queste cose?
  • Ma, sai, non mi occupo io di questo. Dovresti parlare con il presidente.
  • Si, ma tu sai la mia situazione, dovreste prendere l’abitudine di tenere informati entrambe i genitori quando ci sono queste cose straordinarie. Non sono un cretino, non pretendo che informiate tutti per l’attività di routine, ma pretendo che per lo straordinario venga informato.
  • Non so che dirti, parla con il presidente, questi discorsi sono fuori dalla mia portata.

 

Con gli imbecilli, non ci cavo nulla. E’ inutile insistere, penso. D’altra parte, non sarebbe amico dei miei suoceri.

 

Ho la bocca assetata di sangue ancora. Chiamo il mio avvocato. Mi risponde, ma mi stoppa immediatamente.

  • Ti richiamo io tra poco.

Quando serve è impegnato, mi dico.

Chiamo il presidente della società di calcio. In quel momento avessi avuto il numero, avrei chiamato anche il Presidente della Repubblica per dirgli che è uno stronzo, per come si comportano alcuni suoi connazionali!

Nulla, non risponde. Mando un messaggio.

  • Buongiorno, scusami se ti disturbo. Avrei bisogno di parlarti appena possibile.

Il mio avvocato mi richiama. Credo che capisca che sono furibondo, e tenta di rabbonirmi.

  • Ma secondo te, è legittimo che portino mio figlio allo stadio ed io non ne sappia nulla?

Non si può fare nulla? Li posso diffidare!

  • Sta calmo, cosa vuoi fare. La situazione è questa. Se lo avessi saputo non lo avresti mandato?
  • Certo che si, ma magari avrei deciso di andarci anche io, ti pare?
  • Si ma non ti conviene arrivare alle denunce, non serve a nulla. Parlaci, spiegagli meglio la situazione e chiedi di darti una mano. Se accade di nuovo, poi vediamo cosa fare.

Mi sento trattato come uno psicopatico e forse ha ragione.

Nell’esercizio Katia mi faceva immaginare un puntino trasportato dalle onde, in lontananza.

  • Si avvicina piano. Lo vedi?
  • Si lo vedo.
  • Bene fa che si avvicini lentamente fino a quando riesci a distinguere di cosa si tratta. Piano.

Taglio corto con il mio avvocato. Non mi ricordo se lo ho salutato. Spero di non avergli sbattuto il telefono in faccia.

Digito su google:

autorizzazione in caso di accompagnamento a manifestazioni sportive.

Ci sono le richieste di autorizzazione da fare agli enti in caso di manifestazioni sportive.

Certo, cosa vuoi che ci sia.

Riguardo la foto che mi ha mandato Angela stamattina.

Faccio una foto dei messaggi di risposta di mia moglie e gliela giro. Ho bisogno di parlare con qualcuno e di sfogarmi.

Dopo un po’ Angela mi risponde:

– E’ proprio stupida, certo che un po’ si è pentita di non averti detto nulla perché sa che in giudizio andrebbe contro di lei. E’ tenuta a dirti tutto, sei tutore quanto lei… se gli succedeva qualcosa?

Solo le donne possono capire quanto sono stronze le donne.

Hanno un codice tutto loro. Per quanto noi uomini ci sforziamo, la perfidia delle donne la avvertono da lontano solo le altre. Così come avvertono se c’è qualcuna che ha puntato il loro partner. Deve essere un sesto o un settimo senso che hanno in più. Sembrano i cani che avvertono in anticipo il terremoto e abbaiano.

Forse avrei dovuto scegliermi un avvocato donna.

  • Cominci a vedere l’oggetto che si avvicina?
  • E’ una barca, Katia. Un gommone.

–         Cerca di immedesimarti per bene nella situazione.

Guarda l’orizzonte. Cerca di sentire il calore del sole e la brezza del mare, rilassati, lascia andare gambe e braccia. Il gommone si avvicina piano trasportato dalle onde. Riesci a distinguere chi c’è sopra?

  • No, non ancora.
  • Fallo avvicinare un altro po’, piano.

Cosa sono venuto a fare in ufficio, che fisso il computer da un’ora e non ho concluso nulla? Spengo tutto e vado via. Prendo appuntamento con un amico per prendere un caffè, mi distraggo.

Intanto telefono a Ilario, il papà di un compagno di squadra di mio figlio.

  • Ciao Ilario.
  • Ciao, come va? Sempre in giro con tuo figlio?

E’ forte Ilario, sa quanto soffra della situazione, ma sdrammatizza sempre.

  • Certo, l’ho lasciato a casa per un po’, perché non mi lascia respirare!!! Sei andato alla partita ieri? Allo stadio?
  • No non sono andato, sono solo andato a prendere mio figlio all’autobus.
  • Io purtroppo non sapevo nulla, forse ci sarei andato.
  • Ah mi dispiace, mi è sfuggito di avvisarti.
  • Non ti preoccupare figurati.

So che mio figlio c’era.

  • Si è venuto in auto con il Mister.

Che stronzo, figlio di puttana. Se l’è portato in auto e nemmeno ha avuto la faccia di dirmelo. Ed io che cercavo grazia da lui.

  • Bene, puoi aprire gli occhi. Mi fa Katia.

Si è capito chi fosse a portare questo gommone?

– Katia, non c’era nessuno al timone. Andava da solo.

41 pensieri riguardo “In riva al mare

  1. bellissima pagina (bella da leggere, ovviamente non da vivere)
    bella e positiva la faccenda del mare (sicuramente un ottimo consiglio) guardare lontano e respirare profondamente,
    sempre stronza certa gente, ma su quello c’è poco da “lavorare”,
    per quanto riguarda Facebook (di cui non sono esperto) credo che l’amicizia non te la confermerebbero di sicuro ma (non ne ho la certezza però) se avrai quella di qualcuno/a in comune con loro dovresti comunque poter commentare qualcosa di quanto postano … a meno che facciano parte di un gruppo “chiuso” oppure “segreto” … ovviamente ti dovresti iscrivere facendo visualizzare un nome di fantasia altrimenti ti sgamano subito …
    lo so che non è un bel consiglio quello di “spiare” … ma a mali estremi … potrebbe servirti per, in un certo qual senso, “dialogare” con loro anche se sotto mentite spoglie …
    Però ci tengo a precisare due punti:
    1) non so se tecnicamente ho detto una cosa fattibile
    2) non so se sia un buon consiglio

    ciao e buona domenica 🙂

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  2. Se nessuno lo guida, è più facile prenderne il controllo. Se invece fosse stato guidato da un’altra persona, prima di raggiungere il timone, bisognava sbarazzarsi di lei. E sarebbe stato sicuramente più complicato, per quanto, quando il mare è tanto agitato, le minori complicazioni sono solo mali minori. Ciao 😊

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      1. Non lo so neanch’io, ma il nero non è mai un colore confortevole. Non che serva conforto… Anzi, forse, il fatto che nemmeno il gommone finga di essere un dettaglio sbarazzino, vuol dire che davvero stai evadendo dall’alienazione per affrontare la cupa realtà. Lo scrivo senza cognizione di causa, se non quella con la quale cerco di non farmi investire dai gommoni anch’io. Perciò, non devi ringraziarmi. Tra colleghi di tempeste è bello lanciarsi reciprocamente una cima.

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      2. Se la chiami cima capisco che sei una marinaia anche tu! Katia non mi ha interpretato. Mi ha detto che devo ritagliarmi degli spazi per stare in riva al mare. Mi dice di non ubbidire sempre al mio senso del dovere. Fregarmene ogni tanto. Questa è stata la sua ricetta finale

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      3. Sì, purtroppo navigo da tanto anch’io. Sai, credo che nessuno sia in grado di interpretare un’altra persona. Proprio ieri anche a me è stato consigliato di consultare un “professionista dell’interpretazione”, ma, senza sminuire il lavoro di nessuno, sono convinta, come tu hai accennato nel tuo scritto, che ad ognuno tocchino in sorte i problemi, per la cui soluzione dispone degli strumenti. Ma quella cassetta di attrezzi non può trovarla un altro. L’altro può dare delle indicazioni, suggerimenti, ma tocca alla persona coinvolta andare a recuperarla e mettersi a lavorare. Quanto alla necessità di fregarsene, concordo con Katia. Il senso del dovere, unitamente al senso di colpa, per alcuni di noi sono quel sesto senso che non ci fa affatto bene.

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      4. Leggi che ha scritto Giuliana. È meglio lasciare andare le cose ed intervenire se serve, per correggere indirizzare. Fare dighe è controproducente. Prima di ora pensavo di non andarci mai da uno strizzacervelli. Può essere utile un confronto serrato con qualcuno che non ti dice quello che ti
        Vuoi sentir dire.

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  3. caro paperuccio devi imparare a lasciare scorrere l’acqua verso il fiume intervenendo solo se vedi qualcuno che sta per annegare o togliendo i rami che intralciano il suo corso. So che capirai. 😉

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      1. è importante, sopprattutto nel dolore, riuscire a non sentirsi soli.

        credo e spero che anche un semplice “forza” detto con il cuore tra due sconosciuti a volte possa accendere uno spicchio di sole sulla testa di chi sta male.

        siamo barche di carta velina allo sbando in mezzo ad un mare in tempesta

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      2. bella domanda

        scappo dalla paura che lo scorrere del tempo mi incute.
        scappo dal vuoto laggiù in fondo, pronto a risucchiarti quando meno te lo aspetti.
        scappo dalla tristezza regalatami da un cognato che ho visto crescere e suicidatosi 4 mesi fa.
        scappo dalla monotonia dei miei pensieri malinconici.
        scappo dalla gente che da consigli a chiunque senza nemmeno notare le lacrime che offuscano i tuoi occhi.
        scappo dal terrore di non aver nessuna possibilità di vittoria

        scappo … eppure ho tutto quello che servirebbe per non farlo!

        siamo animali strani ed estremamente complicati. forse il bello sta proprio in questo.

        forse

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      3. Mi dispiace, il suicidio è una cosa talmente grosse che mi blocca i pensieri. Bee beep ha un bel sorriso stampato sul volto. Mi piace immaginarti così. Anche per tuo cognato. Un abbraccio

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      4. si, il suicidio è una cosa molto grossa dentro la quale però, si nascondono anche alcuni diamanti riservati solo per chi avrà la forza e la pazienza di andare a prenderli.

        beebeep è molto contento dell’abbraccio che paperino gli ha dato. 🍀

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      5. si, so che ce la farai, per amore dei tuoi figli e perche’ possano, appena constateranno da soli, stimarti per quello che sei e non per quello che ti descrivono.

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  4. Scusami in anticipo per l’ingenuità della domanda, ma sono una donna: non è proprio più possibile parlarsi, anziché scriversi? tra te e tua moglie intendo. A volte una possibile soluzione la abbiamo a portata di mano, ma non la vediamo (parlo anche per mia esperienza) perché ci sembrerebbe di peggiorare le cose. Gli uomini sono uomini ed è giusto che siate così, ma spesso i troppi nervi vi rovinano la vita (e una mano gliela danno gli invidiosi che godono della rovina altrui), ricorda la seguente frase di un famoso scrittore d’altri tempi, che con amore ripeto al mio marito, luce di miei occhi, ma dal carattere inguaribilmente irascibile: “Il grande nervoso è sempre il boia di se stesso”. Grazie per l’attenzione, fede

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    1. In genere sono molto quieta come persona. Al telefono non risponde mia moglie. Le volte che risponde è per vomitare. Hai ragione sul fatto che va cercato un dialogo sereno . È l’unica via. L’ho inviata ad un centro di mediazione familiare. Vedremo che succede. Magari riescono a farci dialogare. Me lo auguro.

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      1. Ve lo auguro anche io, con sincerità, per voi due che sicuramente sarete ancora giovani ed in vista di un vostro futuro e soprattutto per i vostri figli che sono il nostro futuro, di tutto il mondo…

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  5. Penso che insistere sui diritti di genitore sia giusto e anche importante perchè i figli nel tempo riconoscono tutto quello che è stato fatto a loro di bene da parte di un padre o una madre. Certe volte da piccoli ci facciamo una idea sbagliata di ció che è giusto o di ció che è affetto per noi. Mio padre è rimasto vedovo dopo sei anni di matrimonio e noi figli pensavamo ad un nuovo matrimonio come un dramma, anche se nostro padre non ha mai pensato di risposarsi, era di 15 anni più grande di mia madre. Invece poteva essere un bene anche per noi.

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    1. Se ne fregano dei diritti di padre purtroppo. Quando tenti di farli valere passi per pazzo. Che situazione. Anche il mio avvocato mi tratta con compassione. Poverino si agita ma invano . Anche mio padre non si è risposato, altri tempi comunque.

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      1. Onestamente mi sembra una dittatura questa epoca, la dittatura del cinismo e del pensiero. Anche l’amore è sottomesso a questo criterio, l’amore veramente romantico e passionale non puó esistere nel gelo delle attuali relazioni e comportamenti umani. Appena si considereranno inutile anche le relazioni familiari, genitoriali del padre e madre insieme finirà la tutela del diritto del bambino e del padre e della madre. La prospettiva futura è che il padrone del mondo sarà il cinismo assoluto.

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  6. Sai una cosa? Come mi ha detto mia madre l’altro giorno: prendi un avvocato donna, sono più cattive. :). Per il resto avanti, senza cadere nella tentazione di rispondere a torto con torto.

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  7. T’invito a leggere un mio post intitolato ” il sangue non è acqua!” , non sei il solo a combattere contro le assenze. I figli sono un atto d’amore ,ma che l’odio può distruggere. Per quanto tu possa essere una barca placida che cerca di prendere l’onda nel mare aperto, c’è sempre un vento freddo che cerca di farti andare alla deriva. Sta a te prendere il largo remando contro quel vento. Non è facile ,ma lo devi fare principalmente per te stesso. Il mio augurio per te è di ritrovarti, per poter ritrovare … un abbraccio Pattykor

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      1. Prendere il largo dalle provocazioni! Pensa solo al tuo obbiettivo , recuperare i tuoi figli! La tua relazione è finita ,ma i tuoi figli hanno ascoltato tutte e due le campane? Sanno come stanno le cose? Non tirarti indietro e parla con loro prendendo il largo dalle provocazioni della tua ex! È difficile lo so ,ma lo devi fare. Riprenditi te stesso e l’amore delle tue creature, se lasci che la madre faccia il suo gioco lo perderai, come hai potuto leggere nel mio post , mio fratello sta vivendo questa catastrofica situazione. Non ha avuto il coraggio di spiegare alla figlia la sua versione per non ferirla e per lasciarla fuori dai suoi problemi e la ex moglie se ne è approfittata , tirandosela dalla sua parte. Non deve succedere questo ! Spero di essermi spiegata. Scusa se ci sono errori , il t9

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      2. Ho capito che sta succedendo questo. Combatti con l’amore . Fai di tutto per incontrarli , portali fuori, manda loro messaggi , scrivi loro delle lettere. Non permettere alla tua ex di isolarli perchè l’odio strato su strato si calcifica e poi è più duro da lavare per raggiungere la parte molle del loro cuore. Prego per te.

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