Oggi ho portato AAAAA alla partita, giocavano un derby con l’altra squadra della città. Hanno vinto 5 a 1. Hanno strapazzato gli avversari.
AAAAA aveva fatto una piccola sbavatura in difesa, non era costata nulla alla squadra ma continuava a rimuginare sull’errore fatto, in auto. Voleva essere rassicurato.
Paperino:- Stai tranquillo, era solo una sbavatura, non un errore. Poi hai recuperato.
AAAAA:- Si, lo potevo evitare, solo che mi hanno passato la palla male e non son riuscito a controllarla.
Mi è venuto da ridere, in questo siamo piuttosto simili. Ci piace far bene le cose e se non vanno come avevamo pensato stiamo lì a rimuginare per un bel po’.
In settimana erano venute per la visita a casa Antonella e Lorenza.
L’appuntamento era alle 12, mi ero fatto trovare in un punto facile da raggiungere per poi scortarle a Monteamaro. Da sole non avrebbero trovato la mia casa.
Avevo fatto tardi e non ero riuscito a passare prima da casa per controllare che tutto fosse a posto. Mio padre in mattinata aveva fatto delle briciole sul tavolo e non me ne ero accorto. Non vuoi che sediamo in cucina per il caffè e Lorenza si siede proprio lì, con le braccia sulle briciole appiccicose?
Che figura. Dopo la visita sono stato a rimproverarmi un bel po’.
Nel vedere mio figlio avere quella reazione, è sembrato di rivedermi.
L’ho consolato ed ho riso.
Paperino:- Succede, dai. Mica si può essere sempre perfetti!
AAAAA:- Ma poi ho giocato bene?
Paperino:- Benissimo. Hai fatto quella chiusura sull’ala che è stata una meraviglia!
AAAAA:- Hai visto?
Paperino:- Certo che ho visto!
Si è ringalluzzito. Anche a lui come a me basta poco per rianimarci. Abbiamo la ripresa veloce.
Ho portato in giro per casa di Monteamaro Lorenza ed Antonella. Ho presentato loro mio padre che ha attaccato coi suoi ricordi. Sono state poco tutto sommato. Il tempo di un caffè. Credo che la visita fosse di cortesia e di prassi. Avendola fatta a casa della mia ex moglie e dei ragazzi, per pareggiare, hanno fatto visita anche da me.
Lorenza nel congedarsi mi ha detto che è tempo di parlare con i ragazzi. Bisogna cominciare a tirare fuori il rospo. Loro lo faranno probabilmente ma deve partire da me l’esplorazione.
Finora ho buttato la polvere sotto il tappeto. E’ giunto il momento di cominciare a far pulizia sul serio.
AAAAA dopo la partita ha voluto che lo accompagnassi ad un ristorante. Era stato inviato da un amico. Lasciare mio figlio a pranzo con altri, alla domenica, mi ha scombussolato un po’. Non me lo aveva detto prima, né me lo aveva riferito la mia ex moglie, figuriamoci.
Pretende che io la informi di qualsiasi movimento faccia con i ragazzi da scuola calcio a casa. Delle cose a cui lei dà il consenso, se ne guarda bene dall’informarmi.
Avrei detto di si anche io, ma lasciarlo da altri quando con me ci sta così poco, è dura.
Mi sono messo in auto dopo pranzo, pieno di pensieri e con un po’ di malinconia. Solo, una magnifica giornata. Ho pensato di fare una passeggiata. Un po’ di musica, il sole, la campagna. Fuori c’erano 20 gradi, ho abbassato un po’ il finestrino per prendere un po’ d’aria. Chissà perchè quando dentro ti prende la malinconia fuori c’è sempre qualcosa di bello!
La malinconia ti prende il petto, ti prende come la fame prende lo stomaco. Quando è forte ti causa anche dei crampi, delle fitte forti alternate ad uno stato di bisogno da riempire con qualcosa. Mi sono messo sulla complanare della superstrada e diretto ad un centro commerciale. Comprare qualcosa mi avrebbe distratto.
Un tempo, al posto della superstrada a doppia corsia con spartitraffico c’era una statale con tanto di pietre miliari o meglio detti cippi chilometrici. Erano quelle pietre bordo strada con inciso un numero. La statale è rimasta come complanare alla moderna superstrada, le pietre miliari sono state sostituite dalle Nigeriane. Anche di loro ce n’è una ogni chilometro. Le pietre misuravano la distanza da Roma, le Nigeriane danno la misura delle distanze nel mondo. Globalizzazione anche questa.
Questa settimana ho incontrato Gianni. E’ un amico, avvocato penalista. Un vecchio amico. Siamo cresciuti insieme, stesse scuole ed amicizie. Eravamo compagni di merende e di goliardie. Chissà quante volte ci siamo parati il culo a vicenda ed essere compagni nella trasgressione ti lega in maniera particolare per il resto della vita. La trasgressione è una colla incredibile tra gli amici oltre che tra gli amanti.
Il mio avvocato nella separazione, Mario, è tipo molto corretto deontologicamente. Dall’altra parte però non lo sono tanto. Ho pensato che, se voglio raggiungere la pace, mi tocca affilare un po’ le armi e tenerle pronte. Gianni, facendo il penalista, ravana parecchio nel torbido. Era sempre con un piede nel torbido anche da ragazzo. Continua a farlo.
Questa settimana mi sono accorto che mi sono sparite le ultime buste paga. Da gennaio in poi. Le avevo conservate in cassetto in ufficio, insieme a tutte le altre cumulate da quindici anni a questa parte. Delle due l’una. Dopo quindici anni le ultime buste paga ho deciso di metterle in qualche altro cassetto. Se è accaduto, oggi, per una amnesia improvvisa, non lo ricordo. Oppure, le ha prese qualcuno. La sospettata numero uno, anzi l’unica, è mia cognata. la sorella di mia moglie che lavora in azienda con me. Non avrebbe difficoltà ad accedere alla mia stanza. Io sono sempre in giro e non uso chiavi per i cassetti. Non ho alcuna prova e farò una denuncia contro ignoti ai carabinieri. Vedremo. Mi hanno detto inoltre che sono stato pedinato da un investigatore privato. Mentre mediamo, stanno lavorando come un sottomarino per fottermi, sembra. Mi danno la carota coi figli e mi aspettano per le mazzate in tribunale. Speriamo di non andare con la bandiera bianca e tornare con la testa mozzata.
Tempo fa avevo chiesto a Gianni di prendere informazioni su una indagine che aveva coinvolto consumatori e trafficanti di cocaina. Ne era rimasto invischiato mio cognato di cui ignoravo queste abitudini. Rimasi sconvolto alla notizia. E’ il proprietario del negozio in cui lavora mia moglie. Il fratellino viziato.
Gianni mi ha chiamato e ci siamo visti ad un bar, doveva riferirmi.
Mio cognato sembra sia solo un forte consumatore e non c’entra con i traffici. Per il momento i dati della indagine non possono essere resi pubblici, ma se la sua posizione venisse archiviata come pare che succeda, verrà informata la prefettura. In quel momento la sua dipendenza potrebbe diventare un dato da poter attingere ed usare all’occorrenza nella causa.
Mio cognato vive in una dependance nella casa dei miei suoceri e potrei arrivare a chiedere che i ragazzi non frequentino la casa in sua presenza.
E pensare che la mia ex moglie gli faceva portare in auto i ragazzi alle partite pur di non farli andare con me. Non è un pensiero che fa bene alla mediazione, ma ci vorrà tempo per dimenticare. Mi si attorciglia ancora lo stomaco al pensiero.
Per quanto riguarda il pedinamento invece, Gianni ha telefonato ad alcuni investigatori privati in città, chiedendo se avessero problemi a prendere un incarico per seguire la mia ex moglie. Un trucco. Se avessero sollevato problemi, avrebbe avuto la certezza che mia moglie si fosse rivolta alla persona contattata per seguire me.
Così è accaduto. Tra l’altro, il soggetto in questione è un suo caro amico e collaboratore occasionale. Gli ha confermato di aver lavorato per mia moglie per scoprire mie relazioni extra coniugali. Non aveva rilevato nulla. Quell’imbecille di mio suocero invece che pedinare me, avrebbe speso meglio i suoi soldi per pedinare il figlio che si strafaceva di cocaina.
Il fatto è che questi stanno con le armi ben affilate e io ed il mio avvocato mi pare che stiamo andando alla causa tipo cappuccetto rosso nel bosco. Mi manca il cestino e i fiorellini.
Gianni mi ha proposto anche di fare una denuncia all’ispettorato del lavoro per smascherare il fatto che mia moglie lavori in nero da mio cognato e che non sia disoccupata come dichiari.
Potrei anche rivolgermi ad un investigatore privato per farlo, chiamerebbe lui per me. Registrerebbero per un po’ tutte le mattine in cui è lei a sollevare la saracinesca.
Un arsenale di cose da usare in guerra praticamente.
Gli ho chiesto di pensarci un attimo.
Gianni:- Paperino, senti a me. Ne ho viste tante di separazioni. Non c’è esclusione di colpi. Armati, non andare al patibolo disarmato. Pensa che ciò che fai è per difenderti ed ho la sensazione che dalla parte della tua ex moglie ti stiano preparando la forca.
Paperino:- Si lo so. Ma dammi un po’ di tempo. Se inasprisco le cose ora che grazie alla mediazione si stanno sistemando, posso far danno ai ragazzi.
Ci penso. Tu ci sei sempre?
Gianni:- Quando vuoi, fai un fischio e partiamo.
Paperino:- Ti devo qualcosa?
Gianni:- Ma che dici? Non mi devi nulla né ora, né mi dovrai nulla nel caso ti dia una mano.
Paperino:- Grazie amico mio.
Ho comprato qualcosa all’ipermercato ed un po’ di vuoto l’ho colmato. Il sole, finita l’ora legale, alle 16 è già basso. Ho fatto un salto nell’orto. Ho preso un zucca bella grande, dei peperoni da friggere e dei carciofi. Sono i primi ad uscire. E’ piena la busta degli ortaggi ma a me manca sempre qualcosa. Torno in casa e scrivo, magari scrivendo la stretta al petto se ne va.
Ma non è così, il post è finito ma ho ancora dei pensieri ed il vuoto da riempire.
Chissà quante volte questo vuoto lo hanno avuto i miei ragazzi quando a sera non mi avevano sul divano con loro.
Chissà questo dolore cosa provoca in un ragazzo. Sto male io che un po’ di vita l’ho fatta, figuriamoci cosa hanno subito loro e cosa continuano a subire.
In questo anno e più, non hanno capito ed io non ho spiegato.
Ha spiegato qualcun altro al mio posto e io sono responsabile perché ho permesso di sostituirmi. Si sono alternati in tanti e tutti con nobile scopo.
Tutti si sono sentiti autorizzati a sostituirsi a me. Così come mi sostituivano nell’accompagnarli a destra e manca.
Penso alla mia paura nell’affrontare con loro l’argomento. Ho paura di causar loro dolore, più di quanto hanno vissuto finora. Ho paura di soffrire nel vederli soffrire.
La mia incertezza ha creato un muro sempre più alto che la mia ex moglie e il suo clan non hanno fatto altro che cementare. Più passa il tempo, più questo muro si alza. Subentrano altre abitudini che si consolidano. Me lo hanno detto anche Lorenza ed Antonella.
”E’ passato troppo tempo dalla separazione reale. Certe abitudini si consolidano”.
Purtroppo anche a vivere senza padre ci si abitua.
Una volta provai a parlare con AAAAA. Era poco dopo l’essere andato via da casa, quando ancora mi parlava. Scoppiò a piangere ed io non andai oltre.
Non so se cerco un tempo che non avrò, ma vorrei averne un po’ di più. Questo ho detto a Lorenza. Aiutatemi ad avere una giornata per me e per loro. Se li ferisco ho bisogno di poter essere io a ricucirli. Poi, vorrei non affrontare il problema con tutti e due contemporaneamente. Uno alla volta. Quando sono insieme sono sempre più chiusi del solito, come se non volessero farsi vedere deboli dall’altro nel cedere nei miei confronti.
So che quando parlerò farò loro del male e non posso pensare di ferirli e poi lasciarli a chi sulla ferita mette dell’anticoagulante.
Intanto la mia ex si è rifiutata di consegnare la tabella con una ipotesi di suddivisione dei giorni di affido. Dice che secondo lei non serve se non si tiene conto delle esigenza dei ragazzi.
Il solito ritornello che sono loro che decidono.
Quando intervenire allora? Nei dieci minuti in cui li vedo?
Il fatto che non stiano con me si radicherà e sarà sempre più dura sradicare l’abitudine del vuoto.