Il gregario

Per due settimane in mediazione ci siamo andati singolarmente, prima io, poi mia moglie.

Alla fine della mia seduta singola, Lorenza ed Antonella mi hanno chiesto di provare a convincere i ragazzi a venire a pranzo con me, o a fare i compiti. Bisogna far sì che stiamo insieme per qualcosa che non sia solo il calcio. Bisogna spezzare la routine per evitare la stasi.

Paperino: Io ci provo, lo sapete. Ci provo da sempre. Continuerò.

Lorenza: Vedrai, parleremo anche con tua moglie e troveremo il modo di farti dare una mano.

Ho sentito Lorenza per fissare le date per i prossimi incontri e per telefono mi è sembrato che fosse molto positiva dopo averla incontrata.

Pensare che il lupo perda pelo e vizio è dura, ho provato a convincermene.

Lorenza: Tu prova a invitare i ragazzi, vedrai che le cose miglioreranno, anche tua moglie sta facendo un lavoro che la porterà ad essere più collaborativa. Questo il senso del discorso, più o meno.

I fatti stavolta non hanno dato ragione a Lorenza da subito. Non sarà una  cilecca. Forse è solo che  il suo ottimismo sia una cosa alla lunga ed io l’abbia interpretato come un qualcosa di più immediato. Mi ero abituato così.

Sabato ho chiesto per l’ennesima volta ai ragazzi di pranzare insieme. Ho avuto il solito no in risposta.

Mi sono ricordato della conversazione telefonica con Lorenza ed ho chiesto aiuto a mia moglie.

Paperino: Ho invitato BBBBB a pranzo. Mi ha detto di no. Che ne dici se vado lo stesso a prenderlo a scuola e lo porto a mangiare qualcosa?

Moglie: Che domanda è?

Paperino: Riformulo. Vado io a prendere BBBBB da scuola?

Moglie: Lui va a piedi con gli amici, chiediglielo.

Chiediglielo. Le ho appena scritto che mi ha detto no. Meglio lasciar perdere. Né più né meno di quello che mi diceva otto mesi fa.

Non ho replicato.

Mia moglie collabora solo se costretta, sotto coercizione. Ha iniziato a collaborare quando il giudice lo ha imposto. Non cambierà.

Ha collaborato perché Lorenza e Antonella le mettevano pressione.

Per lei, che i ragazzi mi vedano non è una cosa necessaria, solo sufficiente a pararsi il culo. Chissà se lo capiranno mai, brava com’è a camuffarsi da pecorella.

La conversazione distesa con Lorenza le avrà sciolto la paura e la sua collaborazione oramai un miraggio.

Del resto, non posso sperare che arrivi il settimo cavallegeri e mi salvi.

Devo continuare a incassare i miei no nel frattempo. Lavorarci su con chiunque possa aiutarmi.

In questi mesi ho imparato quanto possa far male un no.

Qualcosa di buono c’è sempre.

Non me ne ero mai accorto. Un no ti ammazza certe volte. Chissà quanti ne ho detti a mio padre e lo ho fatto sentire così. Povero.

Da quando sono tornato a casa con lui non ne ho detto nemmeno uno. E’ uscito dal mio vocabolario nei suoi confronti. Ci parlo piuttosto. Gli spiego perché penso che una cosa non si possa fare o non sia possibile.

Nel mio caso c’è anche l’adolescenza di mezzo. Non riesco ancora a dipanare quali no siano da adolescente,  quelli che mi sarei preso indipendentemente dalla separazione.

Questo me lo hanno sempre detto.

‘’Considera che c’è anche il fatto che i tuoi ragazzi sono adolescenti!’’

I miei ragazzi stanno diventando ometti e devo adeguarmi a vivere il rapporto con loro in modo diverso da quanto fossi abituato in precedenza.

Devo imparare a fare il gregario nella loro esistenza.

So bene cosa fa un gregario, nella vita mi è capitato spesso di esserlo. Devo farlo con loro ora.

Un gran gregario è quello che non fa grandi cose, ne fa tante piccole per far fare cose grandi agli altri.

E’ dura accettarlo.

L’adolescenza è quel momento in cui da autore di un dipinto, si diventa cornice nell’esistenza dei figli. Non ti guarda nessuno, ma una bella cornice è in grado di esaltare un bel quadro.

Lo sforzo del gregario deve essere costante, le grandi cose sono rare, le piccole possono essere più frequenti, ci vuole fatica.

Alle piccole cose ci si abitua, l’abitudine porta alla disattenzione. Bisogna essere pronti a convivere con la disattenzione dei propri figli.

Il gregario è abituato e non ricevere complimenti e ringraziamenti da nessuno.

Non corre per quello. Corre perchè ama farlo ed è quello che sa fare.

Il destino del gregario è che si accorgano di lui quando è assente, perché l’importanza dell’abitudine la cogli con la mancanza.

Con i propri figli bisogna esserci sempre, abituarli alla presenza. In questo modo forse di tanto in tanto ti cercheranno.

Il gregario è abituato al silenzio perché di lui non si parla finché c’è.

Il gregario è abituato ad esserci, non si tira mai indietro.

Il gregario ha la forza ed ama.

AAAAA ha superato gli esami di guida per il ciclomotore, ha la patente. Il giorno dell’esame era tesissimo. Ci siamo andati insieme all’esame.

Appuntamento alle 12 per provare con lo scooter della scuola guida. L’esame sarebbe stato alle 14.

Mentre provava gli sono andato a comprare dei pezzi di focaccia e dei biscotti con la nutella. Li abbiamo mangiati insieme in auto. Lui annegherebbe nella nutella.

C’erano gli altri ragazzi, il proprietario della scuola guida e sua moglie.

Per fortuna la chiacchera non mi manca e le chiacchere hanno aiutato a sciogliere un po’ di stress.

Appena è arrivato l’esaminatore AAAAA ha scaricato la punta di tensione mollandomi un ceffone sulla spalla. Pesante, si fa grande. L’ho guardato compiaciuto. Tre mesi fa, non mi rivolgeva la parola. Qualcosa cambia.

E’ andato tutto bene, più facile di quel che si pensasse.

Quando l’esaminatore gli ha dato l’Ok, ho visto la felicità sul suo volto. L’ho abbracciato. Ha messo la patente in tasca e mi ha chiesto di poter tornare a casa in moto.

Paperino: Sai la strada?

AAAAA: Non benissimo

Paperino: Ti accompagno per un tratto.

Abbiamo fatto un bel pezzo insieme, lui in moto dietro ed io in auto avanti. Non lo avrei voluto mollare più.

Devo essere gregario ora, mi son detto.

Quando siamo arrivati in una zona che potesse riconoscere tranquillamente, mi sono fermato con l’auto. Ho accostato e abbassato il finestrino.

Paperino: Da qui te la ricordi la strada?

AAAAA: Si si, da qui si.

Paperino: Bene, vai ora.

E sta attento, ti prego.

AAAAA: Si.

Ho guardato lui che andava e me nello specchietto. Avevo un sorriso stampato in volto che mi è rimasto per almeno qualche minuto.

Era carico di tutta la dolcezza che potessi avere a disposizione. Ho trattenuto le lacrime, mi sarebbero uscite delle caramelle dagli occhi.

Un pezzo di me era felice perché leggeva la felicità sul suo volto, un pezzo di me moriva perché c’è la paura di vederlo andare in moto, perché c’è la tristezza di vederlo ormai crescere ed allontanarsi, perché c’è il tempo che passa.

Bisogna essere uomini in certi momenti, no? Così pare.

Ho cercato di esserlo e ho cominciato a fare il gregario . Magari mi cercherà.

38 pensieri riguardo “Il gregario

  1. beh … è bello leggerti (questo è fuor di dubbio) ma è bello anche leggere a volte delle cose che saremmo forse pronti noi a suggerirtele;
    ciò significa che capisci da solo molte piccole cose, cose da gregario ma anche da capitano, cose di una importanza che non sembrerebbe a prima vista;

    “Un pezzo di me era felice perché leggeva la felicità sul suo volto, un pezzo di me moriva perché c’è la paura di vederlo andare in moto, perché c’è la tristezza di vederlo ormai crescere ed allontanarsi, perché c’è il tempo che passa.”

    ho riportato questo pezzo bellissimo perché racchiude in se l’essenza della vita di un genitore … quella giusta, quella che non prevede un “possesso” ma solo un “aiuto” …

    cosa posso suggerirti che tu non abbia già analizzato e compreso ? che ci vuole pazienza ? Mi sa che sai pure questo …

    ciao 🙂

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    1. Grazie Claudio. Diventare padre è un processo irreversibile . Rimane la cosa più grande in una vita . Forse diventi figlio giusto proprio quando diventi padre. Scrivere mi aiuta a capire , vero . Per spiegare agli altri finisci per spiegare a te stesso . Aiutano anche i commenti . A volte mi sembra che capisci te stesso solo se ti metti nei panni di qualcun altro . Ciao !

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  2. L’adolescenza è il momento in cui il ragazzo o la ragazza vogliono la loro libertà, non solo di fare ma soprattutto di essere. Ma nello stesso tempo è anche la fase dove il mondo incide di più perchè influenza le idee, influenza i desideri e gli obiettivi. In questo siamo interpellati, come cittadini del mondo a dare la nostra testimonianza della nostra appartenenza come cultura, come ideali e desideri . Sei molto meno gregario di quello che credi. Auguri per tuo figlio!

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    1. E’ quello che temo. I ragazzi imparano a vivere la loro vita. Secondo me il ruole di genitore è quello di offrire una interpretazione. Non vorrei che per i miei ragazzi ci fosse solo la interpretazione dei miei suoceri. Se non riesco ad avvicinarli creerò un vortice intorno per risucchiarli! 🙂

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      1. Non bisogna cedere però, io lotto con i miei figli, cerco di dare le ragioni nel dialogo e nei confronti, in qualche caso impongo ma loro avvertono il nostro affetto e desiderio di vederli felici.

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      2. Si Annamaria, ogni tanto bisognerebbe anche imporre. Per ora li guardo da lontano. Quando ci sto insieme sono sempre a mille. Cerco di essere sorridente e non far sentire alcun peso. Comincio a pensare che forse è meglio fingersi ferito. Sembra renda di più. Al pronto soccorso forse funziona così anche. Se arriva uno bello pimpante ed uno ammaccato visiti prima quello ammaccato no?

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      3. Non bisogna cedere però, io lotto con i miei figli, cerco di dare le ragioni nel dialogo e nei confronti, in qualche caso impongo ma loro avvertono il mio affetto e desiderio di vederli felici.

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  3. Hai detto già tutto tu, a quell’età è difficile per chiunque, accettare che crescano e tutto il resto, ancora di più nella tua situazione, ma stai andando avanti bene, continua così 🙂

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    1. Timone al centro e marcia avanti tutta!!!! 🙂 OK… vado avanti così. Cristofaro Colombo scoprì l’America pensando di andare in India! Magari qualcosa la scopro anche io, strada facendo!

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  4. No, lo immagino, ma sei un grande… era riferita all’immagine del Gregario e soprattutto a questa spiegazione : ” Un gran gregario è quello che non fa grandi cose, ne fa tante piccole per far fare cose grandi agli altri.” – Era come se parlassi di me :-PPP
    a parte gli scherzi, ho capito benissimo che è d’un duro pazzesco la situazione, proprio dal fatto che l’hai resa benissimo, in quattro semplici passi… Tutta la descrizione “-dei no, a tuo padre”- insomma chetelodicoaffà… la vita da gragario è quella che c’è scritta qua! ed esiste eccome…. sei un grande punto :-PPP
    io, mmm, scusa non ci sto tanto con la testa… perché sto per vivere uno di periodi più tosti degli ultimi tempi…

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  5. Se semini vento raccogli tempesta e viceversa.
    Tua moglie raccoglierà tempesta, purtroppo per lei.
    Tu no.
    Il tempo ti aiuterà. I tuoi ragazzi all’improvviso si accorgeranno di tante cose. Ti sentirai squarciare dentro per la consapevolezza del dolore e delle ingiustizie subite da loro, ma respirerai un po’ meglio per la loro comprensione.
    Vedrai. E’ solo questione di tempo, costanza e pazienza. Credo che anche Lorenza lo sappia bene.

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    1. Ho chiesto a mio figlio se fosse andato tutto bene domenica. Non son tornato sul fatto che mi abbia detto no per il pranzo. Mi parlava, ma girava la testa al finestrino. Mi avrà detto una balla o taciuto qualcosa. Ho evitato di insistere e cambiato argomento. E’ un peccato questo. Un vero peccato.

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  6. Io credo che essere gregario richieda davvero tanto coraggio e una somma di umiltà e personalità non da poco…è più facile vendersi come la persona che fa, piuttosto che come quella che accompagna e sorregge il protagonista nelle luci della ribalta, e questo anche a causa del nostro sempre forte ego. Per i tuoi figli però sono certa che sarai un ottimo gregario Paperino!

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    1. Per fare il gregario ci vuole grande attenzione secondo me. Sei a servizio degli altri e non conosci le loro reazioni. Se sei attento riesci a prevenirle oppure a coglierle al volo. E’ un ruolo per generosi. L’attenzione è la generosità primaria.

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  7. Come hanno scritto in un commento: bisogna esserci. Credo che un genitore, padre o madre che sia, qualsiasi ruolo decida di ricoprire, debba essere pronto
    anche a cambiare i termini del proprio ruolo, sono troppe le variabili della vita. L’unico punto fermo è essere il punto fermo del proprio figlio.

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  8. Seguo un po’ le tue vicissitudini, la nostra situazione è per certi aspetti completamente diversa eppure in alcune cose mi riconosco, e prima tra tutte quella del gregario. Quando i figli crescono per forza di cose si diventa gregari comunque e hai perfettamente ragione, a volte non è facile distinguere la sofferenza dovuta a circostanze concrete da tutti i “remesci” dell’adolescenza. Ho due figli, uno poco più che adolescente, l’altro nel pieno, a volte vedo la loro fatica e so che avrebbero le ali per volare, ma non vogliono neanche sentirselo dire, meno che mai essere aiutati ad aprirle. La loro fatica ci fa male, e qualche volta si vede. E’ giusto che loro si abituino a vederci come esseri umani, con i loro momenti difficili. Però per quanto possibile cerchiamo di fare da punto d’appoggio, anche mantenendo la serenità, facendo cose belle, mantenendo il nostro spazio. Credo che la serenità, la capacità di viversi intensamente le piccole e grandi cose sia contagiosa come la tristezza. per cui non ti consiglierei di mostrarti ferito, soprattuto mai di fingere. Puoi dirgli con chiarezza che questa situazione è difficile e dolorosa anche per te, ma che quando li vedi sei contento e vuoi per quanto possibile trasmettere questa gioia anche a loro. Capiscono, più di quanto sembra. E’ quello che continuano a ripetere anche a noi, sembra di parlare a vuoto, e invece poi le cose restano. i frutti si vedranno col tempo, ma si vedranno. La chiarezza e la sincerità penso che siano fondamentali in qualunque relazione, coi figli poi più che mai, perché hanno le antenne!
    un saluto e un in bocca al lupo…
    Alexandra

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