Pari e Dispari

In settimana sono stato da Mario con Francesco, il mio amico fraterno, avvocato anche lui. Abbiamo riletto le memorie dell’altra parte. Ci prepariamo.

Mario è incazzato nero. Il volto tirato e le labbra strette. Ci saranno scintille in udienza.

Li sbranerà tutti. Mi ha fatto impressione.

Mi ha chiesto di scrivere qualcosa sui punti che mi vengono contestati.

Nella e mail ho ribattuto punto per punto e l’ho mandata.

Avverto un senso di malessere. Ho fatto una cosa che non avrei voluto fare. Ho tirato fuori la registrazione della sera in cui sono andato via. Appartengo al genere delle persone pacate.

Io ed i miei colleghi pacati amiamo poco la ribalta. Abbozziamo sorrisi, offriamo il fianco. Subiamo per lo più. Non è una dimostrazione di debolezza, anzi. E’ un modo di affrontare la vita, in punta di piedi. Non ci piace il trambusto. A volte sacrifichiamo la presenza pur di non sentire chiasso. Azzittiamo per primi noi stessi, consapevoli che rumore genera rumore.

Noi pacati abbiamo una soglia molto alta dell’incazzatura. Ci incazziamo ma sappiamo contare fino a 10. Preferiamo contare che fare polemica. La polemica ci affatica ed è inutile. Sul risultato quasi sempre è irrilevante, se non dannosa.

Il problema è quando ci incazziamo. Significa che il livello di provocazione ha superato un limite molto alto.

Se a rompersi è un vaso ne uscirà un po’ d’acqua, qualche coccio si spargerà per terra. C’è da pulire, un po’ di fastidio. Se a rompersi è un serbatoio, il danno potrà essere maggiore. Si ripara. Quando si rompe una diga, sono guai seri.

In questo momento mi sento proprio come un invaso. La diga che ho creato scricchiola. Mi stanno facendo incazzare e conto a fatica. Strano per me che amo i numeri. Ho la necessità di riparare la falla perché esplodere non fa bene a nessuno. Non è quello che voglio soprattutto. Le poche volte che ho perso veramente le staffe, me ne sono pentito. Ci si perde sempre.

Se in una causa si tenta di proteggere il proprio portafogli, negando dei guadagni, non sarà una cosa corretta. Lo vedo come un tentativo di proteggere i propri interessi però. Mi pare naturale in qualsiasi persona. Lo farei anche io molto probabilmente. Ci sta che lei neghi di avere un lavoro, mi vuole spillare più soldi.

Non mi pare nemmeno tanto disdicevole tentare di dissimulare una propria responsabilità nell’alienazione del padre da parte dei figli. Nella sua mente lei non è responsabile. Io l’ho chiamata in causa per tutto ciò. Ci sta che uno si difenda secondo le proprie convinzioni.

E’ una causa, ognuno si difende al meglio che può.

Quello che mi sta facendo perdere la pazienza è l’insistenza nel dire menzogne sui fatti accaduti. Quella sera del 21 agosto 2015 cucinavo della carne per i ragazzi, lei era al negozio dove dice di ‘’non lavorare’’.

Rientrata in casa, già dava di matto. Era in escandescenze per motivi non precisati. Purtroppo accadeva spesso. AAAAA mi aveva chiesto la carne poco cotta, a lui piace al sangue. Così la avevo servita in tavola. Si scherzava, era una serata serena.

Arrivò lei in cucina sbraitando per il disordine, vide la fettina di carne e mi apostrofò.

Ex moglie: Non sai fare un cazzo!

Purtroppo ai suoi modi da principessa avevo fatto il callo, ma la rapidità del fatto, tra ingresso e offesa non mi aveva dato il tempo di entrare nel personaggio remissivo. Una maschera costruita in tanti anni di ricerca del quieto vivere. In genere a queste sue esplosioni replicavo con una battuta. Facevo finta di nulla. Deviavo.

Quella sera non ci ero riuscito.

Ero rimasto ai fornelli.

Lei prese il piatto di AAAAA con la fettina su, si avvicinò e mi spinse per mettersi al mio posto. La spinta aveva preceduto l’esclamazione.

Ex Moglie: Togliti!

Eppure avevo fatto tutto con tanta dedizione.

Avevo chiamato lei per sapere cosa prendere per cena. Ero andato nella macelleria preferita dai ragazzi e avevo preso delle bisteccone come piacciono a loro. Avevo cucinato con loro seduti al tavolo in cucina. La sua irruzione, una rovina.

Feci opposizione col peso alla spinta. Le tolsi il piatto e lo riposai sul tavolo.

Mi arrivò un ceffone in pieno volto senza che potessi proteggermi. Replicai d’istinto .

Da quel momento il finimondo. Urlava e con il telefono in mano diceva di voler chiamare i genitori, i carabinieri. Mi avrebbe fatto passare i guai se non fossi andato via. I ragazzi piangevano disperati. AAAAA si andò a nascondere in camera. BBBBB le chiedeva di non telefonare piangendo. Cercai di calmarla per un buon quarto d’ora o forse più. Impaurito, accesi il registratore del telefono. Almeno  si capisce che non sono stato io ad iniziare, pensai. Voleva denunciarmi a suo dire.

Questa la registrazione.

Ex moglie: Cafone maleducato, alzare le mani a… ricchione… alzare le mani ad una donna, non si fa.

Paperino: Le hai alzate prima tu le mani

Ex moglie (urlando): embè, ma tu sei un uomo, coglione, sei un uomo!

Paperino: la devi smettere di gridare.

Ex moglie (urlando): sei un uomo!

Paperino: La devi smettere di gridare, ci sono i ragazzi.

Ex moglie (urlando): io…non me ne frego un cazzo, ora grido!

Paperino: la devi smettere.

Ex moglie: Hai capito! (alterando la voce con voce stridula) non mi fare così, non mi fare così che fino a mo sei stato tu!

Paperino: la devi smettere, sei stata tu a iniziare anche a urlare.

Ex moglie: Si, si

Paperino: Non ti ricordi nemmeno, non ti ricordi nemmeno..

Ex moglie: Vattene che mi fa male l’orecchio, devi sparire, stronzo di merda. Mo’ mi hai rotto il cazzo. Vattene.

Paperino: La devi smettere.

Ex moglie: Hai rotto il cazzo!

(BBBBB piange)

Uomo: La smetti?

Ex moglie: Mi stai distruggendo, te ne vuoi andare?

Paperino: Ma vattene tu!

Ex moglie: No, io no.

BBBBB (piangendo): Basta no, non chiamare!

Ex moglie: Devo chiamare la nonna e il nonno!

BBBBB: Perché?

Ex moglie: Perché voglio che se ne va!

BBBBB (piangendo): ma perché? Basta!

Ex moglie: Perchè non lo voglio vedere, ci ha rovinato, stavamo bene, sono arrivata qua dopo 12 ore di lavoro, e devo continuare a lavare e pulire i cessi e stendere le tue cose! Hai rotto il cazzo a me e ai tuoi figli!

Paperino: e io cosa ho fatto? Sono stato a giocare?

Ex moglie: Ma che cazzo me ne fotte, basta, che me ne fotte!

Bambino (piangendo e gridando): No, basta!

Paperino: la smetti? La smetti?

Ex moglie: la smetti tu? La smetti.

Ex moglie: Per piacere te ne vai? Vattene, te ne vai?

Paperino: questa è casa mia anche.

Ex moglie: Ma che casa tua! (Sempre con il telefono in mano)

Paperino: e tu ti comporti in maniera educata!

Bambino(piangendo e gridando): Ma no perché?

Ex moglie: Chiamo alla nonna.

(Bambino piange)

Ex moglie:E basta, ma che cazzo piangete pure voi come delle femminucce?

(Bambino piange)

Ex moglie (rivolta a BBBBB, AAAAA nel frattempo si era rifugiato nella sua camera): A me ha dato lo schiaffo e voi piangete?

(Bambino piange)

Donna: Mamma mia guarda, non lo sopporto. Me ne posso andare io almeno?

Bambino: No

Ex Moglie: Un po’, un giro.

(Bambino piange)

Bambino: …Omissis

Ex Moglie: ah? Alla mamma che cosa stai piangendo?

(Bambino piange)

Ex Moglie: Ci deve fare andare la cosa storta ogni volta e spero …Omissis

Ex Moglie: Mangiatela tu quella carne cruda. Manco si taglia, la vuoi assaggiare? ah? sempre tu sei che si mette a rompere, se ti dico una cosa, te l’ho già spiegato.

BBBBB: non tengo più fame!

Ex Moglie: Tu mangi, ora basta, tu mangi.

Questa registrazione non la avevo fatta sbobinare al perito. Ci sono le urla disperate dei miei ragazzi e non me la sono sentita.

Oggi mi accusano di aver alzato le mani senza motivo, come se fossi un uomo violento. Mi accusano di aver abbandonato la casa deliberatamente. Non posso starci. A questo no.

Sono stato sempre appassionato di numeri. Ho imparato a far di conto prima che imparato a leggere. Ho conteggiato tutto della mia vita. Una passione insana e irrefrenabile. Avevo sei anni, frequentavo la prima elementare e nei pomeriggi in cui non avevo nulla da fare mi mettevo accanto ai miei fratelli più grandi che frequentavano il liceo scientifico.

Tentavo di ricopiare i loro compiti sul mio quaderno a quadretti.

Quel quaderno aveva una cosa particolare. Oltre alla scritta ‘’E’ un quaderno Pigna!’’ sull’ultima pagina aveva un quadrato magico, quello delle tabelline.

Imparai il quadrato a memoria, mia sorella me ne spiegò il significato.

Poi a scuola mi furono spiegate le moltiplicazioni per bene, quel quadrato me lo sono ingrandito con le tabelline fino a trenta.

Ancora oggi quando devo fare una moltiplicazione è quella immagine che ricordo e riesco ad avere una grande rapidità di calcolo. Ci sono rimasto affezionato per sempre a quel quadrato.

Tra i numeri ho avuto una predilezione per in numeri pari. Mi mettono meno ansia. Sarà che sono nato un giorno pari di un mese pari di un anno pari. Mi sembrano levigati, quelli dispari a punta invece, come le spine di una rosa.

Oggi se devo dare un valore alla verità, devo dire che è un numero pari per me.

Qualcosa che stabilisca un equilibrio assoluto. Tra gli uomini credo non esista . Quella che chiamiamo verità è solo una proiezione delle nostre convinzioni. È un concetto che deve essere dispari per esistere. Se io e te diciamo cose diverse, ci vuole un terzo, il dispari, che dia ragione ad uno dei due. Gli uomini dicono che il tre è il numero perfetto, in realtà penso che sia la perfezione che vogliono loro. Se dio esiste sarà certamente pari anche lui. Tre è il primo numero che stabilisce una verità, ma  tra gli uomini.

Chiedere giustizia significa chiedere disparità, quando la parità nella vita ci sembra negata.

Avrei voluto pareggiare in questa causa. Dare al perito le urla dei miei figli da trascrivere è un modo per far dispari. Non avrei voluto. Il giudice al novantanove per cento non ne terrà conto, almeno così mi dice Mario, il mio avvocato. Come tante altre cose la lascio qui, nel mio acquario. Magari servirà a pareggiare in futuro.

30 pensieri riguardo “Pari e Dispari

  1. Grazie per questa condivisione, in cui traspare il dolore, ed il desiderio di quiete, ma che arrivi presto, come quando da bambini facevamo le punture, con la paura che arrivasse quel momento, ed il desiderio forte che quegli infiniti istanti passassero in fretta. Gli avvocati ci chiedono di sezionarlo questo dolore, di attraversarlo più e più volte, e che tutto si trasformi in frecce da scagliare per ferire la nostra ex. E invece noi vorremmo solo lasciar stare, che si prenda tutto quello che vuole, che di fronte alla rabbia di certe donne non c’è abbastanza materia cosmica… dove sono i giorni di felicità? Ed baci, e le promesse di eternità? … Tienili con te, mio caro, come un regalo che fai a te, come a dire che nonostante tutto quei giorni ci sono stati e fanno parte di noi.
    Buon cammino, guerriero, e decidi da solo quando appendere il tuo fucile sopra il camino, che ogni volta guardandolo ricordiamo che siamo davvero uomini.

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  2. In realtà Dio è trinitario e anche il numero sette ha un significato importante , Dante ha scritto 3 cantiche e il numero 7 ritorna sempre con i suoi multipli. Ma credo che vada bene lo stesso il numero pari, è sempre frutto della somma di numeri dispari. Ma in questa guerra dei numeri ci si dimentica dei figli, del loro dolore e dei loro bisogni.Penso che si debba riconoscere che in una relazione così violenta , sia meglio tutelare i figli e quindi arrivare ad una intesa reciproca è auspicabile. Sottolineare che la guerra danneggi i figli è la strada forse più vera per arrivare ad un compromesso.

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    1. Lo so che vi piace il dispari !!!! 🙂
      Un numero pari non ha necessità di accoppiarsi per far pari!

      La avrei evitata la guerra, molto volentieri. Mi ci stanno trascinando per capelli. Non so fino a che punto manterrò i nervi saldi. Per ora resisto. E resisterò con un po’ di forza.

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      1. Per questo ti piace il pari… Gli altri sono veramente essenziali , anche chi ci fa la guerra apre in noi la consapevolezza dei nostri bisogni più essenziali, dei veri desideri. Ti dedico la poesia di Ungaretti:
        Veglia
        Cima Quattro il 23 dicembre 1915

        Un’intera nottata
        buttato vicino
        a un compagno
        massacrato
        con la sua bocca
        digrignata
        volta al plenilunio
        con la congestione
        delle sue mani
        penetrata
        nel mio silenzio
        ho scritto
        lettere piene d’amore

        Non sono mai stato
        tanto
        attaccato alla vita

        Ciao

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      1. Ti sbagli, lo sono moltissimo. E paziente. Ma come ogni buono, occhio quando mi arrabbio.
        Ho capito col tempo che bisogna reagire e non porgere sempre l’altra guancia, che tanto non ti danno nessuna medaglia, anzi è ben altro quel che guadagni.

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      2. Condivido, quello che penso è che la reazione deve essere commisurata al proprio modo. Mettersi al pari di chi ti aggredisce mi pare snaturarsi. È chiaro che non sempre riesce, tutti perdiamo le staffe chi più chi meno

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      3. Non dico che devi metterti al pari suo (che sarebbe pure difficile!) Dico che farsi calpestare non va bene. In generale. Quando di mezzo c’è il benessere dei tuoi figli, assolutamente impensabile.
        Da brava leonessa sfodero gli artigli per il mio cucciolo!
        E direi che sei stato paziente più che abbastanza. Pacato va bene, coglio… no.
        E poi a me l’ingiustizia proprio non va giù. E tutta questa storia è palesemente ingiusta.
        So bene che le donne che si fan carico di tutto e non chiedono nulla, in una separazione, sono rarissime (presente)… Ma la guerra all’ex coniuge per vendetta a scapito dei figli, è una cosa proprio brutta.
        Che poi… Vendetta di che? Che di donne col “diritto” alla vendetta non ce ne sono poi tante…

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      4. Peccato che non fai il giudice!!!! 🙂
        non penso di incarnare il prototipo di coglio… anche se la mia ex moglie lo utilizzava molto come appellativo! Se riesco a rimanere calmo cerco di non replicare con la stupidità alla stupidità. Ovviamente non sempre riesce. A volte saltano i nervi come penso accada a tutti. Ci vorrebbe un po’ di freddezza in più , quando mi riesce per me è una vittoria , non mi sento da meno per nulla.
        Se hai a che fare con i tribunali capisci che spesso è una questione di fortuna avere una sentenza favorevole anche se sei nel giusto. Ahimè qualche esperienza la ho fatta. Non basta nemmeno l’evidenza a volte.
        Ti auguro di non averci mai a che fare.

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      5. Ci sono stata per la separazione. Ed ho una causa in corso con il costruttore di casa. Da quest’ultima deriva una certa voglia di picchiare i giudici.
        Però ne ho sentite… Ci sono anche bravi giudici, soprattutto quando ci sono ragazzi in mezzo.

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  3. Te hai detto: “Se in una causa si tenta di proteggere il proprio portafogli, negando dei guadagni, non sarà una cosa corretta. Lo vedo come un tentativo di proteggere i propri interessi però. Mi pare naturale in qualsiasi persona. [ ] Ci sta che lei neghi di avere un lavoro, mi vuole spillare più soldi.”

    Ma proprio per niente. E’ come dire che, per un ladro è naturale rubare, quindi ci sta. No! Non è naturale in qualsiasi persona.
    Per la registrazione, vera o falsa, nessun commento, solo tristezza nel leggere la fragilità di 4 persone … e una famiglia che riesce a “cappottare” un sentimento nobile e positivo, nel suo esatto opposto.
    E se ti piace la matematica sai che il volersi bene tra due persone è come una relazione biunivoca, mentre per mandarsi a quel paese, no. Ne basta uno solo dei due.
    Non arrenderti mai. Stringi i denti e vai avanti.

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  4. Le guerre sono assurde ed inutili e possono generare o un grade cinismo o come in Ungaretti, la consapovelezza del valore della vita e dell’amore tra gli uomini. Anche la guerra che stai subendo può determinare un cinismo da parte tua oppure la consapevolezza che il cuore desidera ancora più forte l’amore , la giustizia, la pace .

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  5. Ho ricordi di bimba di momenti simili, anche se finiti in maniera diversa…sono passati almeno 25 anni, ma non li ho dimenticati, sono cresciuta, ho capito, ma nel cuore, come monito è rimasta quella memoria. Oggi ti mando semplicemente un abbraccio, forte però 🙂

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    1. Grazie poetessa. Quello che sto cercando di fare è proprio quello di lasciare un esempio ai miei ragazzi. Perderò la loro adolescenza probabilmente, vorrei lasciare un seme per quando saranno uomini. Un seme positivo.

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  6. Dioboono come descrivi bene tu le persone! Praticamente mi sembra di conoscerle tutte! Io conosco una tritura palle, possiamo presentarla alla spappolatrice di coglioni, diventerebbero amiche!
    ( Sono stata super impegnata, ancora non è terminata la settimana grottesca, ma da qui e dai compagni di merende, NON sparisco eH )

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  7. pacato sì, ma inesorabile
    ….non fare il modesto….
    io molte volte mi sono pentito di non aver reagito…..mi sa che sono più coglio….che pacato 🙂
    non ti preoccupare di reagire, vai e colpisci,
    francesco saprà accompagnarti,
    l’eredità importante per i figli è uno sguardo sincero al cammino che ti ha portato fin qui,
    …sincero

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