Oggi dopo pranzo i ragazzi sono voluti andare via. Hanno dormito da me sabato, si sono svegliati a mezzogiorno e abbiamo pranzato.
Finito di rassettare mi sono steso sul divano. Sapevo che mi avrebbero chiesto di andare via e mi sono messo a schiacciare un pisolino sul divano vicino a loro che vedevano la tv.
Come se potessi riuscire a spostare nel tempo il momento in cui mi avrebbero fatto la richiesta di andare.
E’ stato BBBBB a sparare. Tra i due è quello che ha meno pudore.
BBBBB: Pa’, mi accompagni a casa che devo fare i compiti?
Paperino: Subito?
BBBBB: Si.
Paperino: Non puoi farli qui?
BBBBB: No qui no.
Il tempo di riprendere conoscenza e di ricollegare i pensieri.
Paperino: Ma mi spiegate che intenzioni avete?
BBBBB: Che intenzioni.
Paperino: Lo sai BBBBB. Voi dovreste stare qui fino a lunedì mattina, dal venerdì. E a ottobre dal giovedì. Mi spieghi che intenzioni hai? Questo fine settimana sei voluto venire dal sabato sera, ai prossimi che farai? Possibile che non ci si possa organizzare?
BBBBB: No
Paperino: Ma perché? C’è un motivo?
BBBBB: Qui non voglio studiare, a casa ho tutti i libri e le mie cose.
Paperino: E vabbè, cos’è un sacrificio? Portarsi due libri?
Io mi faccio in quattro per voi e non potete fare un piccolo sacrificio per stare insieme?
BBBBB: No.
Paperino: Potremmo fare i compiti insieme, io ho da lavorare anche, ci mettiamo nel salone sul tavolo grande.
BBBBB: No, qui no, non voglio.
Paperino: Ma non capisco qual è il problema.
Dobbiamo continuare con questa storia? Vi avevo chiesto un po’ di maturità. Un briciolo di maturità. Eviteremmo un sacco di problemi, tensioni, avvocati, tribunale.
Io sono vostro padre, ho il dovere di seguirvi. Mi mancate, non vi vedo mai. Non è possibile che vi veda un sabato sera ogni quindici giorni. Ti rendi conto?
BBBBB: Che me ne frega.
Paperino: Ah non te ne frega?
E se tu fossi padre, accetteresti al mio posto una cosa del genere? Di vedere i tuoi figli ogni quindici giorni per poche ore? Al sabato voi uscite ed è giusto che sia così. Vi alzate tardi Domenica. E va bene anche questa! Ma va a finire che stiamo nulla insieme!
BBBBB: Eh.
Paperino: Non te ne frega nulla?
BBBBB: No.
AAAAA si era nascosto in camera. Fa il bullo solo per telefono via sms lui. Quando si tratta di affrontare le cose si nasconde.
Paperino: AAAAA! Anche per te è così. Continuerete con questo atteggiamento?
AAAAA: Si
Paperino: Dici che hai la tua vita, parli come un uomo fatto e poi questa è la risposta matura che sai dare?
Paperino: Mi sai dire perché non volete venire da me nel fine settimana?
AAAAA: Non voglio venire.
Paperino: Ho capito, ma gradirei anche una spiegazione.
Che devo fare? Devo chiedere se dividiamo la casa quindici giorni per uno con la mamma per stare con voi?
BBBBB: Nooooooo
Paperino: Ah no? Ma io eviterei volentieri, ma non mi lasciate scelta. Se non volete nemmeno accettare un minimo di sacrificio per vostro padre, devo trovare la soluzione.
Ma questa idea che possiate decidere voi, come vi è venuta in testa?
Ti rendi conto che non posso fare il padre in questa maniera? Tu AAAAA, al posto mio lo accetteresti?
Silenzio.
Paperino: Va bene, rendetevi conto che mi costringete ad andare avanti legalmente così con tutti i problemi che ne derivano. Perché le cose non vanno così. Un ragazzo di quindici anni ha autonomia di scelta, anzi è giusto che impari a scegliere. Ma ci sono delle cose che decidono i genitori. E’ stato stabilito che passiate quei giorni con me, ci saranno delle motivazioni no?
BBBBB: Eh… Eh… E noi…. invece decidiamo noi!
Va bene ragazzi, vi riaccompagno a casa, andiamo. Però, non chiedetemi più nulla.
Un po’ di rispetto dopo tutto quello che faccio per voi penso che me lo sarei meritato.
Li ho riaccompagnati a casa.
Penso a me quando avevo la loro età. Non mi sarei mai permesso di avere un dialogo di questo tenore con mio padre. Ma non mi avrebbe sfiorato lontanamente la testa. Non so se è così che debbano andare le cose. Il dialogo di oggi mi è sembrato surreale. Ma sembra che nel mondo moderno vada così. Eppure non pensavo di aver avuto problemi con la educazione ricevuta.
Devo essere strano io. Avrei voglia di spaccare qualcosa. Forse dovrei prendermela solo con me stesso. Umiltà è una parola legata alle viscere dell’uomo. Un po’ come la sessualità. Quando è naturale diventa una delle cose più belle, quando è imposta e diventa umiliazione, ti ammazza. Lo sanno meglio le donne. Credo che tocchi l’intimità più profonda che hai, quella che conosci solo tu. E’ brutta l’umiliazione. Forse è la sensazione più disumana. E’ brutto essere violentati nel profondo. Ti annulla. E’ una roba che non vorrei vedere sul volto di nessuno. Forse riuscirei ad aiutare con maggiore freddezza un corpo ferito e sanguinante. Un volto umiliato mi strazierebbe. Quando lo provi in prima persona perdi le forze.
Mi rimetto a scrivere . E’ stata la mia ancora e mi ci aggrappo volentieri.
Ho scritto un’altra lettera al centro per la famiglia. A Lorenza e Antonella.
Non so se la manderò. Farei la figura del povero disperato, patetico. A rileggere mi sento proprio così.
Ma alla fine scrivere è come viaggiare per me, non è importante la meta ma quello che metti nel viaggio. I viaggi più belli rimangono quelli in cui non sai dove sei diretto. Puoi perderti e ritrovarti senza alcun problema.
Gentile dott.ssa Drago e Gentile dott.ssa Serse,
Vorrete perdonarmi se insisto con queste note. Purtroppo la gestione del Diritto di Visita continua ad essere di notevole difficoltà per gli atteggiamenti remissivi della mia ex moglie.
In questo fine settimana i ragazzi sarebbero dovuti stare con me dal venerdì e come nel fine settimana del primo settembre ho detto a Ex Moglie che sarei passato a prenderli.
Ho manifestato a lei il fatto che i ragazzi nuovamente stessero facendo resistenza a stare sin dal venerdì con me.
Ho chiesto il suo intervento, chiedendole collaborazione per l’ennesima volta. Visti i precedenti, più per protocollo che con speranza di ottenere aiuto.
La sua risposta è stata di conferma che i ragazzi non volessero stare con me dal venerdì ma che sarebbero venuti al sabato, e solo per la notte del sabato.
L’ho ancora una volta richiamata al rispetto del dispositivo e al non lasciare l’iniziativa ai ragazzi. Pratica educativa da voi raccomandata con forza in mediazione.
La sua risposta via WhatsApp è stata sulla linea di sempre :
” Devi rispettarli tu, sono molto stanchi e non si possono esaurire appresso a queste storie . La loro volontà prima di tutto e il loro benessere prescinde da tutto, cerca tu di capirli, oggi hanno anche iniziato la scuola . Il giudice non c’entra nulla”.
Mi duole segnalare ancora una volta che Ex Moglie non ne voglia sapere di rispettare i dispositivi del giudice e che il rapporto con il padre dei figli sia subordinato a qualsiasi banale contingenza. Come se un padre non dovesse essere partecipe all’inizio scolastico.
Continua a lasciare la decisione ai ragazzi svuotando di fatto di importanza il tempo da trascorrere con me. Insisto nel dire che un tale atteggiamento è devastante per la crescita di due ragazzi.
Stante l’indisponibilità dei ragazzi, avallata dalla madre e confermata da un loro sms mi sono reso comunque disponibile ad accompagnare BBBBB al calcio al venerdì per poi ricondurlo a casa.
Nel sms ‘’stranamente’’ i ragazzi puntualizzavano il fatto che la madre li avesse informati della mia richiesta.
Nel tragitto ho chiesto a BBBBB spiegazioni sulla sua decisione e mi ha detto che dal venerdì non verrà mai a casa da me. Ha ribadito che nessuno può obbligarlo perché ormai grande. Nessun motivo particolare, solo un fatto di comodità. Sarebbe rimasto al sabato sera per poi andare via alla domenica dopo pranzo. Tanto era da lui deciso.
Ho passato il pomeriggio alla scuola calcio vedendo prima una partita di BBBBB e poi una di AAAAA che nel frattempo aveva raggiunto i campi in moto.
Mi sono allontanato solo mezz’ora per fare un po’ di spesa per la cena della sera.
Purtroppo nemmeno la cena è stato possibile condividere. AAAAA ha finito tardi di giocare e ho dovuto aspettare che riportasse lo scooter a casa.
Si sono fatte le 20 ed entrambi avevano preso appuntamento con gli amici alle 20,30.
Non ho voluto negare l’uscita del sabato per non rendere più difficoltosa di quel che è la situazione.
Li ho accompagnati dagli amici e sono tornato a casa aspettando la loro chiamata per il rientro.
Purtroppo sono stato informato che in realtà BBBBB aveva passato gran parte della serata sì con amici, ma a casa dalla madre. L’ho chiamato al telefono per chiedergli cosa stesse facendo e a che ora avrei dovuto prenderlo. Mi ha detto una bugia, ovvero che stesse in un bar, dandomi appuntamento per la ritirata presso il piazzale della chiesa a 300 Mt da casa.
Sapevo che stesse in casa con la madre e invece che andare a prenderlo in chiesa mi sono recato sotto la loro abitazione.
Ho aspettato che uscisse e dopo che è entrato in auto gli ho chiesto spiegazioni della bugia. Ha provato a negare l’evidenza e l’ho sgridato.
Ex Moglie ovviamente non mi ha informato per nulla che BBBBB stesse a casa. Avallando la permanenza in casa senza avvisarmi o senza pretendere che mi avvisasse ha di fatto messo nuovamente in discussione, laddove ci fosse ulteriore bisogno, il principio del Diritto di Visita.
L’episodio è l’ennesima prova che, senza la minima collaborazione da parte della madre, i miei tentativi di assolvere alla funzione di padre sono vani. Né tantomeno posso svolgere il ruolo di orco cattivo nelle poche ore mensili che trascorro con loro.
I ragazzi hanno dormito da me. Sono andati a letto appena rientrati a casa sabato sera, si sono svegliati alle 12, hanno pranzato e hanno voluto andarsene per fare i compiti. Non avevano i libri con sé. Da un lungo weekend siamo stati insieme 3 ore ed il tempo dei tragitti in auto per gli accompagnamenti.
Questo avverrà se va bene ogni quindici giorni.
Sono in enorme disagio e ho paura che i miei figli finiscano per metabolizzare la menzogna come metodo di affrontare le difficoltà, con tutte le conseguenze che in età adolescenziale questo comporta.
Riguadagnare l’autorevolezza persa dopo più di un anno di alienazione, quando la mia ex consorte dimostra nei fatti che non abbia la minima voce in capitolo, diventa impossibile.
Ancor di più è preoccupante il fatto che ai ragazzi sia passato il messaggio che possano infischiarsene dei dispositivi del giudice. Mina profondamente alcuni aspetti educativi fondamentali per la crescita di un ragazzo prima e di un cittadino poi. Come padre ritengo doveroso fare uno strenuo tentativo per ristabilire questi principi.
Se una bugia per una adolescente è un peccato veniale, l’istigazione alla bugia o l’avallo della stessa da parte di un genitore a mio avviso è molto pericolosa. Sono fortemente preoccupato per quanto sta accadendo e molta inquietudine mi ha lasciato anche l’ultima seduta di mediazione in cui Ex Moglie mi ha definito come una sorta di intruso. Il rapporto con i ragazzi sarebbe una sua esclusività ed io tenterei di inserirmi. Per questo vi scrivo nuovamente rischiando di tediarvi, non mia normale abitudine.
Si fa largo in me sempre più forte la convinzione che l’unica possibilità per infrangere tale muro di gomma sia quello di condividere l’abitazione con la madre dei ragazzi a settimane alterne. Era la mia richiesta durante i recenti incontri che non avete accolto, mediandola nell’ultima udienza. Vi prego pertanto di voler riconsiderare tale opzione da proporre al giudice. In questa maniera forse, non allontanando i ragazzi dal loro habitat, ferma volontà loro e della madre, gli equilibri educativi potrebbero essere ristabiliti.
Paperino