Ritorno in mediazione

Mi avvio in tribunale. Sono teso. Avevo incontrato Mario al mattino presto per altre questioni di lavoro. Siamo stati un’ora insieme. Aveva bisogno di chiarimenti per questioni tecniche in una causa che segue per l’azienda.

Finito di parlare di lavoro.

Paperino: Mario, ci vediamo alle 11,30 in udienza, giusto? Sei pronto?

Mario: Che udienza?

(Mario tra gli stronzi è il numero 1)

Paperino: Mario!!!!

Mario: Si non ti preoccupare… anzi ci dobbiamo sbrigare che devo andare in palestra.

(Maledetto ho pensato tra me e me. Quanto mi fa incazzare.)

Alle 11,30 ci hanno rinviato alle 12,30.

Ho sbirciato il giudice. Le apparenze non corrispondevano alla descrizione che ne avevano fatto.

Molto elegante. Giovane. Cravatta e giacca ben accostate, capelli in ordine. Piglio autoritario considerando la giovane età. Mai un sorriso. Sembra un militare più che un giudice. Accento delle nostre parti. Sarà autoctono.

Ho sentito il colloquio tra Mario e un suo collega.

Mario: ci ha rinviato di un’ora. Va lentamente?

Collega: No guarda, è piuttosto veloce. Ci sono molte udienze. Però devo dire che sono tre ore che non alza il culo dalla sedia.

Mario: no no, è uno che lavora.

 

Nell’ora di disponibilità sono andato a fare un giro all’ipermercato. Ho comprato dei pigiami ai ragazzi, per stemperare l’ansia e per buon augurio. Dicono che se ti concentri sulle cose positive, poi si avverano.

Sono tornato in tribunale e ho trovato in corridoio Stiro. Tirato a lucido come sempre. Capello con cotonatura media, testimonianza di una recente tosatura.

Ex Moglie seduta con faccia nel telefono. Appena mi ha visto le si sono irrigiditi anche gli occhiali. Se qualcuno le avesse spremuto la testa come si fa con i serpenti, sarebbe uscito veleno.

Si comincia …. È il nostro turno davanti alla cattedra. Lo schieramento di fronte a Fusi e Cancelliere è dalla destra: Ex moglie, Stiro, Mario ed io.

L’atteggiamento autoritario di Fusi, mi spinge ad avere una postura militaresca. Braccia in posizione di riposo. Sono stato soldato e poi caporale nell’esercito, il riposo me lo ricordo bene.

 

Fusi: C’è la nota del consultorio e poi questa lettera che è arrivata dei figli.

Avete preso visione vero?

Stiro: Si, io in data odierna, per quanto mi riguarda.

Mario: Oggi mi pare dovremmo procedere alla verifica delle modalità del diritto di visita, signor Giudice.

 

Il giudice Fusi legge ad alta voce il provvedimento del suo predecessore, Citto, sul diritto di visita.

 

Fusi: Dal vostro punto di vista come è il bilancio.

Stiro: Forse è il caso che riferiscano direttamente le parti.

Fusi: Quindi come è andato il diritto di visita?

Ex moglie: I ragazzi, il padre, lo sentono e lo vedono regolarmente, si sentono per telefono e si mettono d’accordo per conto loro, si vedono frequentemente anche durante la settimana, dormono da lui al sabato e alla domenica. ( un sospiro ci stava tutto già appena cominciato… stronzi si nasce). Frequentano il secondo e il terzo liceo scientifico, quindi, in base ai loro impegni reciproci, si vedono. Il padre li accompagna alle partite anche quando è il fine settimana che spetterebbe a me!

Fusi: Quindi a lei sta bene l’attuale modalità.

E: Hanno anche parlato i figli col padre, sono andati a dormire al sabato e alla domenica e si sono messi d’accordo con lui. Hanno avuto un colloquio col padre ed hanno concordato.

( Baldracca… ho pensato)

 

Il giudice guarda me… Mario penso si sia accorto della mia insofferenza alle stronzate dette e mi tiene per la manica della giacca, da dietro per non farsi vedere. Sono una polveriera, me ne rendo conto anche da solo. E’ il suo modo di dirmi di stare calmo.

 

Paperino: Ovviamente le cose non stanno così! Già da luglio mia moglie era contraria a che i ragazzi venissero dal giovedì sera da me. I ragazzi non mi rispondono quasi mai al telefono. Sono stati in vacanza con me quindici giorni, siamo stati una settimana a casa e una fuori, da allora hanno deciso di stare solo al sabato notte con me, non al sabato e alla domenica come riferito. Escono con gli amici, io li prendo a tarda sera, dormono a casa mia e al mattino accompagno uno dei due a fare la partita. Giocano con la squadra alla domenica. Finisce lì. Io, signor Giudice, da due anni che chiedo di fare il padre, e secondo me, fare il padre un sabato notte ogni quindici giorni, mentre i ragazzi stanno in casa e dormono, è riduttivo. Lo sto chiedendo a gran forza da due anni. La posizione di mia moglie è che i ragazzi debbano decidere per conto loro, io questo l’ho sempre contrastato perché lo ritengo, specie in fase adolescenziale, molto pericoloso. Mio figlio è arrivato a dirmi che del provvedimento del giudice non se ne frega niente. Io parlo loro continuamente nei pochi momenti che stanno con me. Perché accompagnarli ad una partita di calcio significa portarli da casa al campo di calcio e di ritorno a casa. Non è che durante il gioco sto con loro. Non ho molte occasioni di dialogo. A me piacerebbe seguirli nei compiti, mi piacerebbe sapere quello che fanno e purtroppo in questa situazione in cui la mia figura è completamente annullata, tutto è difficile. Non mi rispondono, quello che dico non lo considerano, perché dall’altra parte c’è chi dice che possono fare di testa loro. Le uniche armi che ho usato sono la pazienza e il dialogo, però il poco tempo a disposizione, non mi agevola.

In mediazione è stato chiesto a mia moglie di avviare un dialogo padre figli perché lei diceva che i problemi nascono dalla mia incapacità di avere un dialogo con loro.

Alla proposta si è rifiutata. Non capisco oggi questa sua richiesta di farli venire in tribunale, non avendo accettato la proposta di avviare un dialogo tra me e loro davanti a personale qualificato.

Fusi: Lei l’ha letta questa lettera dei suoi figli?

Paperino: L’ho letta! Ma quella è falsa.

Fusi: In che senso?

Paperino: Già dall’incipit, signor Giudice. Dicono di avere 15 e 16 anni quando ne hanno quattordici e quindici. Il più grande ne farà 16 tra un mese, il piccolo al prossimo anno ne farà 15.

Dicono che la mia casa è in campagna aperta e non è vero. Nella strada dove abito ci sono 18 abitazioni in trecento metri, c’è pubblica illuminazione, fogna, acqua. Vivo in contrada Monteamaro a 3 chilometri dal centro della città. Certo è campagna, ma è ormai quasi una zona residenziale.

Fusi: Quindi secondo lei quella lettera chi l’ha scritta?

Paperino: Sicuramente loro no, io ho chiesto spiegazioni a mio figlio, perché nell’ultima parte è molto dura.

Ho chiesto a mio figlio, lui piangeva e non aveva risposte.

Molte cose riguardano discussioni che avevo con lei (indicando ex moglie) dall’inizio. Consideri che io per un anno non ho visto i miei figli. Mi avvicinavo a casa per salutarli e lei mi filmava manco fossi uno stalker.

Ho ricominciato a vederli grazie al servizio di mediazione, solo dopo la mediazione che ho fatto con mia moglie, sono riuscito a vedere i miei figli e a tenerli a pranzo qualche volta. Poi dopo che il giudice ha finalmente disposto il diritto di visita hanno accettato di venire in vacanza con me e dormono al sabato sera da me. Il dialogo si è riaperto, però così il padre non lo riesco a fare. Io vorrei, se mi fosse consentito. Ho tutta la dedizione e l’amore necessari per i miei figli, per fare il padre. Purtroppo mi scontro con un muro. Non ritengo, a differenza di lei, che dei ragazzi di quattordici e quindici anni debbano decidere. E sono 14 e 15 anni anche se sulla lettera è scritto 15 e 16.

Fusi: Che vuole dire che questa l’ha preparata sua moglie ? Giusto per capire.

Paperino: Senta, io non faccio accuse gratuite. Non sono abituato ad esprimermi su cose che non conosco. Io non lo so chi l’ha scritta. So che ho parlato con mio figlio e gli ho chiesto in cosa si sentisse minacciato da me. Il resto non l’ho considerato. Il fatto che loro abbiano i loro amici, sono cose che ci stanno. Il fatto che siano comodi a casa loro, anche. Ma vedersi scrivere da un figlio di sentirsi minacciato da te è una roba grossa.

Fusi: la cosa che mi lascia così, è che dice ‘’a volte lui ci minaccia, dicendo che ci farà vivere con lui quindici giorni consecutivi, che non sappiamo di cosa sia capace e che procederà per vie legali. Ci sentiamo come se ci minacciasse’’. Questa è una parte un po’….

Paperino: E’ dura, lo so. Ho chiesto a mio figlio, non mi ha dato spiegazioni, piangeva. Poi non ho insistito perché era provato. Non me la sono sentita di andare oltre e mortificarlo ancora di più. Ho chiesto a lei, scusami, se ritieni che il problema sia il rapporto padre figli, avviamo un percorso di mediazione padre figli e vediamo se il problema è quello.

Io con i miei figli ho parlato del diritto di visita. Ho detto loro: ragazzi, io non è che vi voglio obbligare a venire da me. Sto cercando di fare il padre. Non l’ho stabilito solo io che dobbiate venire qua a Monteamaro. C’è anche un provvedimento del giudice. Dite di essere grandi. Siate più responsabili anche voi. Con la mamma, che dobbiamo fare? Dobbiamo stare sempre in tribunale e devo chiedere di stare con voi a casa quindici giorni per poterci vedere?

Questo è stato il mio dialogo con loro. Il risultato forse è stato quella lettera. Però pare che dica che io li abbia minacciati o li faccia sentire sotto minaccia. Io non ho mai minacciato nessuno, figuriamoci i miei figli. Non lo so… io….non lo so…

Ex moglie: Volevo aggiungere che non è vero che non rispondono al telefono. Anche a me non rispondono, talvolta. Ma io li sento che parlano col padre. Non è così come dice lui.

Fusi: Senta, mi spieghi, come mai qua nella relazione del centro di mediazione si dice che avrebbero proposto una mediazione padre figli e lei non avrebbe acconsentito?

Ex Moglie: non è vero, non è che non ho acconsentito.

Fusi: Signora, non è che l’abbia detto suo marito, lo dicono due assistenti sociali, mediatrici.

Ex moglie: No non è così, lì ognuno esprime la propria opinione e poi loro estrapolano quello che vogliono. Io non ho detto no, ho detto che non è necessario secondo me. I ragazzi col padre si sentono, si vedono, che bisogno c’è di andare in quel centro. Possono arrivare a comunicare anche senza andare in mediazione. Era quello il mio discorso. Io dico, ma col padre, si vedono, si rapportano.

Fusi: Lei non lo riteneva necessario quindi, ma se lo hanno scritto le mediatrici…

Non lo so chi l’ha scritta questa relazione, ma se questa proposta l’hanno fatta delle mediatrici, un senso ci sarà. Oltretutto mi si dice che per un anno il padre non ha visto i figli, tutta questa tranquillità di rapporto non c’è.

Ex: Sono passati due anni e mezzo da questa separazione. C’è stato un periodo di rielaborazione del lutto. Abbiamo litigato ed è andato via, mi ha dato uno schiaffo fortissimo quindi loro hanno dovuto subire questa situazione. (lei, il fatto che mi abbia alzato le mani per prima, proprio lo ha rimosso… deve essere una malattia) Poi i rapporti sono andati migliorando, si è fatto tutto un lavoro. Il ragazzo quel giorno che ha parlato col padre della lettera, me lo ha riferito.

Fusi: Cosa le ha riferito?

Ex : Mi ha riferito che ha parlato col padre.

Fusi: Ma i suoi figli le hanno detto che hanno scritto questa lettera?

Ex: Si certo, me lo hanno detto. Perché loro parlavano con padre cercando di spiegare le loro motivazioni sul perché non vogliono andare da lui, ma lui non capiva. Rispondeva solo ha detto il giudice, ha detto il giudice, ha detto il giudice.

Paperino: Ma non è vero!

Ex Moglie: Mi hanno raccontato che se non avessero fatto così sarebbero dovuti stare 15 giorni a vivere con lui.

Fusi: Vabbè, io li posso anche sentire i ragazzi, però voglio dire…. l’impegno vostro deve essere assoluto. Non può mancare. Il recupero di un rapporto sereno con il padre, risponde all’interesse dei figli. Non è l’interesse del padre. E’ l’interesse dei figli ad avere un rapporto col padre. I ragazzi non sono ancora maturi per poter esprimere una valutazione pienamente consapevole, ripeto io li posso sentire, però vi dovreste impegnare di più sul fronte della mediazione. Perché leggendo anche la lettera, un rapporto pieno non pare che ci sia.

Bisogna mettere da parte i conflitti nell’interesse dei figli. Quello che riferiscono i mediatori denota una situazione non serena e sicuramente la necessità che ancora si lavori nel senso di un recupero pieno del rapporto dei ragazzi col padre che al momento non c’è. Intanto da quello che mi sembra di capire voi vorreste….

Mario: Se posso…

Fusi: si

Mario: Il cambio di magistrato in queste vicende…

Fusi: Sono vicende più umane che di legge…

Mario: Esatto… non le è stato consentito di vivere tutto l’iter e quindi questo è importante…

Abbiamo messo in evidenza la volta scorsa, la cosa più importante. La mia preoccupazione personale come difensore, ovviamente anche del mio assistito, è che si stava lasciando ai ragazzi una autonomia sui rapporti che li metteva in grossa difficoltà a quell’età. Perché è preoccupante la reazione di chi deve decidere quando non ha le spalle forti e quando vive in un conflitto. Ha paura di scontentare i genitori, ma certamente il genitore con cui passa più tempo principalmente, questa è una esperienza comune che abbiamo tutti nello svolgimento del nostro lavoro in questo ambito.

Io sollecitavo un recupero da parte di entrambi i genitori del loro ruolo. Nella mia ottica mi riferivo principalmente alla madre che era quella che maggiormente poteva favorire questo recupero, che però obiettivamente non c’è, perché la signora ha una visione delle cose diversa. Non voglio criticare, ma rappresentare come un dato oggettivo che rappresenta comunque uno stato. Qualunque sia la posizione giusta o sbagliata non agevola i ragazzi che evidentemente si irrigidiscono. Del resto l’uso in quella lettera di alcuni termini come arbitrario, come minaccia è sintomatico. Arbitrario è un termine tecnico, addirittura nella lettera si riportano delle cose che sono quelle che ho detto io nella udienza precedente. Perché sono io che l’altra volta ho detto che noi siamo disponibili ad applicare le linee guida del tribunale. Veniamo noi a casa se per loro è un problema, più di questo non possiamo fare. E’ stato previsto nelle linee guida che si possa fare, noi fin da ora siamo disposti. Se i ragazzi non vogliono spostarsi dalla loro abitazione, sarà il padre a spostarsi, non c’è problema. E stranamente si riporta come minaccia quell’elemento. Questo mi ha colpito e preoccupato. (poi ironicamente) A parte un certo uso di parole forbite… però fa piacere che ragazzi di quella età abbiano un linguaggio anche scritto molto evoluto, questo fa piacere perché vuol dire che la scuola serve. Detto questo ritrovo dei passaggi e delle preoccupazioni che non sono minacce, ma sono legittime richieste che il difensore aveva fatto, valorizzando quello che è un nuovo indirizzo. Ovviamente non imporre, ma discutere se è possibile. Lei è di Paperopoli Giudice, Monteamaro la conosce, sa che è una zona popolosa. A chi non piace vivere in città, vive lì, ed è un piccolo quartiere di Paperopoli ormai, da anni. C’è tutto, acquedotto, fognatura, pubblica illuminazione e i ragazzi poi hanno la moto, sono indipendenti. Comunque, se i ragazzi persistessero nel dire che non vogliono andare a Monteamaro dal padre, questi si farà carico, per venire incontro ai figli, di trasferirsi a casa loro. Anche se al padre questo può pesare perché ritorna in un ambiente che per lui non era certamente sereno. Ma non è importante per lui, pur di esercitare pienamente il suo ruolo.

Fusi: Di questo avevate già parlato?

Mario: Si, io l’ho proposto.

Fusi: La signora dove dovrebbe andare in quei giorni?

Paperino: io non ho casa mia, io sto da mio padre.

Stiro: No, non è praticabile, la signora non avrebbe dove andare.

Fusi: Già non è praticabile.

Paperino: ma nemmeno io ho casa mia!

Fusi: Ehhh…

Stiro: Mi permetta di farle presente solamente questo. Da una situazione di assoluta rottura tra padre e figli, grazie all’intervento di Ex moglie si è riusciti a ristabilire un rapporto. Più di quello che ha fatto la signora, credo che non si possa fare, adesso sta al padre fare il resto.

(Sti bastardi… ora si prendono pure il merito della riapertura del rapporto coi ragazzi)

Fusi: Quello che io penso è che il rapporto è stato avviato, ma che ancora ci voglia altro impegno. Bisogna proseguire in questo percorso.

Mario: Mi consenta di finire però, sennò mi sfugge quello che stavo dicendo.

Fusi: si si, dica avvocato.

Mario: la conclusione di tutto era questo. Già l’altra volta avevo chiesto questo, proprio per evitare che i ragazzi avessero un peso eccessivo nel decidere. Credo che sia indispensabile, credo che lo dica il centro per la famiglia, ma lo avevamo già detto anche noi prima, avviare quanto prima questa mediazione padre figli. In parte ha funzionato questa mediazione tra genitori, da una incomunicabilità assoluta, un minimo di comunicazione c’è stata. Non può proseguire perché Ex moglie ritiene di non dover proseguire, ma per carità è una scelta, ed io ritengo di non dover entrare in questa scelta. Però abbiamo il dovere tutti, giudice difensori e parti di farsi carico di questa opzione per l’interesse dei figli. E’ l’unica, con persone professionalmente preparate che sanno come muoversi e sanno ridurre questa conflittualità. Io la avvierei immediatamente. Deciderà lei, però forse, siccome il rinvio non potrà essere a brevissimo, sarebbe opportuno iniziare da subito questo percorso affinchè i ragazzi alla prossima volta possano riferire sull’esito della mediazione oltre che sul contenuto della lettera. Anche noi avremo più elementi per ridiscutere e poi fare una sintesi. La decisione ovviamente è sua.

Stiro: Credo che l’intervento del magistrato sarebbe utile per vincere le resistenze dei figli in quanto, da quanto riferisce la signora , i ragazzi non gradirebbero questo percorso. Un suo intervento potrebbe valere.

Fusi: Guardi avvocato, nella relazione si dice che la mediazione non è stata fatta per mancanza di autorizzazione da parte della madre.

Ex moglie: Non è vero che io non abbia autorizzato.

Paperino: Non ha autorizzato!

Fusi: Va bene, lasciamo perdere il passato, lei sarebbe disponibile ad autorizzare oggi? Secondo me sarebbe una buona opportunità.

Ex Moglie: per me non c’è problema. Ma perché dei ragazzi che si vedono e si sentono con il padre tutti i giorni e comunicano col padre dovrebbero subire questo?

Fusi: Ma signora, secondo lei, i ragazzi hanno un rapporto sereno col padre? Mi risponda francamente. Due ragazzi che scrivono una lettera del genere, hanno un rapporto sereno col padre? Credo che questa lettera dimostri che una mediazione sia opportuna. Altrimenti non avrebbero scritto, se tutto andasse bene. Non crede?

Io posso stabilire l’ascolto dei minori come chiedete, ma ne frattempo vi consiglierei questa mediazione padre figli. Perché il mio intervento può essere utile, ma quando vanno a casa del padre, non possiamo sapere cosa succede.

Ok, verbalizziamo.

 

Il giudice sentite le parti, letta la missiva inviata dai figli nonché la relazione del centro per la famiglia di Paperopoli, datata 26/10/17, ritenuta la necessità di ascolto dei minori, per stabilire la regolamentazione del diritto di visita da parte del padre, invita in primo luogo le parti a consentire all’avvio di un percorso di mediazione tra il padre e i figli, presso il centro per la famiglia, invitando gli operatori di quest’ultimo a inviare una relazione in merito entro il 31 gennaio 2018.

 

Mario: Giudice mi scusi, per avviare questa mediazione si farà carico il centro? Perché sono molto precisi, tendono a non prendere iniziative se non demandati. Sono molto attenti a non debordare i loro compiti.

 

Fusi: Si, adesso… Dispone la comunicazione al centro per la famiglia del presente provvedimento affinché avvii la predetta mediazione.

Fissa il xx gennaio per l’ascolto dei minori.

Buona giornata.

 

 

Il giudice saluta e mi sia avvicina Stiro.

Stiro: ma ingegnere, perché non provate a parlare con Ex moglie?

Paperino: Avvocato, con i sordi non si parla.

Stiro: Dovreste tentare invece.

Paperino: Avvocato le ripeto (con meno pazienza)… con i sordi non si parla, è difficile.

Stiro: Non è vero, non è vero, mi consenta di dissentire.

Paperino: Avvocato ( tagliando corto)…. La sua opinione è legittima, ma è la sua opinione.

Stiro: Se riuscite quanto meno a parlare, perché solo così….

Paperino: (Senza pazienza e gesticolando vistosamente) Guardi, mettiamola così…purtroppo c’è un principio su cui non intendo passare oltre. Dire che dei ragazzi di 14 e 15 anni possano decidere quello che vogliono, a me, sembra anormale.

Stiro: e su questo sono d’accordo con lei!

Paperino: E allora lo spieghi lei alla sua cliente, perché in due anni non ci sono riuscito e non da solo, nemmeno con l’aiuto di mediatori.

E mi stia a sentire…. avvocato, se non si sistema questo principio, con me, non solo non provate a parlare ma nemmeno ad avvicinarvi . La saluto.

 

 

 

 

Ho scritto un messaggio a Lorenza, avvisandola dell’ascolto in tribunale e che mi avrebbero rispedito in mediazione. Padre figli stavolta.

25 pensieri riguardo “Ritorno in mediazione

  1. Il giudice mi sembra una brava persona perché ha centrato il problema , cioè la necessità dell’equilibrio per entrambi le parti, del diritto di entrambi i genitori e quindi la necessità della mediazione come strumento per acquisire la consapevolezza e la fiducia nelle relazioni familiari. È un passo importante.

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    1. Certo che lo è . Non comprendo ancora la discriminazione verso il padre però . Io posso stare in giro a casa dei miei, la signora no. Ma comunque una speranza la ho. Piano …ma sempre avanti…:-) comincio a pensare che Lorenza avesse previsto tutto… la relazione era come un lancio di boomerang, per farci tornare lì a me è ai ragazzi. Del resto è l’unica chance che ho.

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      1. Ho l’impressione che il giudice abbia capito che non poteva chiedere tutto subito a sua signoria. Anche se sarebbe interessante sapere cosa sarebbe successo con una forzatura simile.
        È palese a tutti, tutti avvocato della signora incluso, che tu collabori e sei propositivo mentre lei tutto il contrario.

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      2. Non credo ci siano tutti questi ragionamenti… sei mai stata in un aula di tribunale? Non c’è spazio per le strategie, è tipo mercato, si parla e si conclude.

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  2. La legge affida in primis alle madri la custodia dei figli, in genere per l’impegno lavorativo degli uomini. Ma ora anche la donna lavora e può essere assente, questo impegna la legge a trovare vie diverse e paritarie per entrambi.

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  3. cazzarola… che situazione… dimme*** Hai pazienza tu, forse è la tua carta vincente. Loro mi sa che vogliono farti “scoppiare” per addossarti chissà quali comportamenti… etc etc… Insomma! In sintesi : MA CHI LA PIGLIA A QUESTA PIù!!! (il chè, non è una buona notizia per te) 😦

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  4. Oh meno male. Stavo col fiato sospeso. Mi sembra un piccolo, buon inizio. Io so per certo che un giorno leggerò che coi tuoi figli il rapporto è ripreso a pieno regime e, quando matureranno, avranno solo voglia di recuperare il tempo perduto con te. La punizione peggiore, per la tua ex moglie, è quella di dover vivere con se stessa. Magari ora le sembra lieve ma vedrai invecchiando come la merda che spruzza destra e a manca la seppellirà.

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    1. Ma sai che me ne importa poco? Sul serio… non ho alcun desiderio di rivalsa nei suoi confronti. Sono incazzato da morire ma se si sistemasse la situazione vorrei sentirne parlare il meno possibile. Se fosse felice sarei contento per lei. Di certo non mi strapperei i capelli se un giorno dovesse soffrire, ma proprio non me ne frega nulla.

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    1. No, non lo avevo mai letto, è molto forte. Grazie… perchè è qualche giorno che penso a cosa possa accadere da tutti questi ascolti a cui saranno sottoposti i miei figli, sempre che ex moglie accetti la mediazione loro con me ed ancora non lo so. Mi schiererò dalla loro parte, anche contro di me… penso sia la maniera più giusta di affrontare la cosa.

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  5. Prego; anzi grazie a te, a voi che siete “così generosi” nelle parole, nel raccontare “la vita vera di tutti i vostri giorni”. Date delle dritte e delle perle di saggezza che neanche ve lo immaginate. Ora, siccome si tratta di ragazzi nell’adolescenza, con problematiche familiari da affrontare, tutti ci s’ alza le mani, perché la cosa è super complicata, io per prima son stata un’adolescente rabbiosa, ribelle, rancorosa, con cose irrisolte coi miei e col VAFFA facile, per dimostrargli tutto il mio mondaccio e il : -Ehi statemi lontana non vi stimo quindi non è aria se no vi tratto subito male! – Che quasi quasi ne sto uscendo solo da poco…da quell’adolescenza di disagio lì… quindi bho, posso solo “immaginare” il casino che sentono i tuoi, ma non so che dire in realtà… è davvero, davvero, davvero difficile per te… Ma “noi gente Virtuale”, se nel piccolo, vi si può dare una mano.. anche da lontano… quando vuoi Paperì 😉

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