Nonno AAAAA ha avuto una ischemia. Ho temuto di perderlo. Mi sono abituato all’idea che prima o poi se ne andrà, a 91 anni è da pensarlo. Ho sentito forte quanto mi mancherebbe la sua presenza discreta. La memoria gli sta andando via insieme alla vista e lo vedo ogni giorno più indifeso. Si è ripreso quasi del tutto però, grazie alle cure di mia zia e al nostro affetto. Qualche giorno prima che stesse male i ragazzi non sono voluti venire a festeggiare il suo compleanno . Non so perché . Non capisco, o meglio non cerco più di capire, sarà per un senso di auto protezione .
Nonno AAAAA non mi ha insegnato ad essere giusto ma il rispetto per le cose giuste, quelle che ti lasciano un senso di soddisfazione anche se sei tu a perdere. Forse perché a casa mia le cose avevano più senso delle idee. La praticità superava la fantasia.
Forse è questo senso di praticità che mi evita di pensare quando non c’è da pensare .
Mi rimane che non è stata una cosa giusta e poteva essere l’ultima occasione. Mi rimane anche che non sono riuscito ad insegnare un granché .
Quello che ho ricevuto mi è rimasto in pancia e me ne dispiace tanto .
Quella bella sensazione di essere padre per insegnare senza che i figli imparino, ma con la speranza che almeno conservino, mi manca.
Quando si dà un consiglio lo si fa anche per se stessi. Insegnare credo sia il miglior modo per imparare e forse crescere insieme ai miei figli, migliorarmi con loro è il vuoto maggiore che sento.
Tra poco ci sarà un’altra udienza. Il 7 mi pare. Non ricordo nemmeno più le date.
Saranno ascoltati i testimoni.
Sono quattro per parte, ma il giudice ha fissato per la prossima udienza che se ne senta uno per parte.
Il mio testimonierà sul fatto che la mia ex moglie lavora da una vita al negozio dal fratello, anche se non risulta sua dipendente. È disoccupata.
I suoi testimonieranno sul tenore di vita credo . Questioni economiche.
Ho chiesto a Mario perché solo un testimone.
Mario: è un segnale del giudice credo . Un modo per dirvi: trovate un accordo o vi porto avanti secoli.
Paperino: ah così ? Bello… così funziona ? Ma può un giudice fare questo? Giocare a mosca cieca?
Mario: i giudici possono fare quello che vogliono.
Paperino: fantastico.
Non mi arrabbio più nemmeno.
Mi sento come alla fine di un lungo viaggio. Quando sai che è quasi finito e l’adrenalina della fine supera la stanchezza del tragitto.
A parte il veto che c’è nei confronti dei miei familiari, con i ragazzi i rapporti si sono standardizzati .
Li vedo al sabato e domenica ogni quindici giorni . Poco tempo perché stanno quasi sempre con gli amici. Oggi è uno di quei sabato. Sono usciti con gli amici e scrivo al cellulare questo post mentre aspetto che sia l’ora di andare a prenderli. Cerco poi di non mancare mai alle loro partite di calcio anche quando capitano nel fine settimana in cui non stanno con me. So poco della loro vita. Al telefono mi rispondono quasi sempre però .
Va avanti così e per come era iniziata non mi posso lamentare.
Mio padre è da mia zia per recuperare tutte le energie ed io sono da solo a Monteamaro.
Nei giorni in cui è stato molto male l’ho preso in braccio per aiutarlo a camminare . Si aggrappava a me.
È stata una sensazione forte come solo le cose giuste ti sanno dare.
Quando guardavo i miei figli nei giorni successivi alla ischemia di mio padre mi domandavo se un giorno faranno loro questo per me, se dovessi aver bisogno .
Mi piacerebbe avessero cura dei loro figli, mi piacerebbe vederli, mi basterebbe e sarebbe la migliore cura per me, credo che mi lascerebbe un gran senso di soddisfazione.