C’era una volta il poco

 

Al cinque dicembre ci sarà la prima udienza. Sono stato a trovare Mario, il mio avvocato. Abbiamo letto insieme le memorie dell’avvocato della mia ex moglie. Non aggiunge nulla di nuovo.
1. Me ne sono andato da casa per una relazione extra coniugale, a suo dire.
2. Sono una specie di Paperon de Paperoni che non versa il giusto ad una povera disgraziata che non ha nulla. Lei non lavora, ha un immobile di proprietà in affitto, i profitti però li consegna al padre, non li usa per sé (tra le minchiate questa mi pare la migliore, è una roba che mi ha impressionato per fantasia ed estemporaneità).
3. Sui ragazzi:
– Paperino accusa la moglie di aver determinato il deterioramento dei sui rapporti con i figli ‘’ per l’intervento o anche solo inoperante collaborazione della signora, la quale non perde occasione per mettere in cattiva luce il padre agli occhi dei ragazzi’’.
A tal proposito, è d’uopo, ancora una volta precisare che alcuna responsabilità è ascrivibile alla signora, che mai ha messo in atto comportamenti ‘’invasivi rivolti a metterlo in cattiva luce’’, giacchè il distacco dei figli nei confronti del padre è causalmente derivato dalla aggressione messa in atto dal Paperino, in data 21.08.2015, nei confronti della madre, cui assistevano increduli, e del comportamento di disinteresse manifestato dal padre nei loro confronti successivamente.
La signora, ben consapevole dell’importanza del riferimento della figura paterna per i figli, come denotato anche dal Presidente, che la ha ritenuta ‘’ consapevole del pregiudizio che potrà derivare ai ragazzi dalla esclusione della presenza paterna’’, nonostante il fermo rifiuto dei figli, si è sempre spesa ed impegnata strenuamente per favorire la ripresa del rapporto con il padre ed ha continuato ad attivarsi anche dopo l’emanazione dell’ordinanza presidenziale, tant’è che , ad oggi, il rapporto del padre con i figli si è ricomposto, per merito esclusivo dell’intervento conciliatore della Signora-.
Ho faticato a leggere, la lettura mi dà un senso di pochezza. Anche nei confronti dell’avvocato che ha scritto, che alla fine fa solo il suo mestiere.
E’ dalla pochezza che vorrei l’estradizione per i miei ragazzi.
Alle porte dell’udienza e dopo aver depositato queste memorie, Mario è stato contattato dall’avvocato della mia ex moglie. Pare che ora vogliano accordarsi . Fermare la giudiziale, cercare di cambiarla in consensuale. Per questo Mario mi ha voluto incontrare.
Non lo hanno voluto risolvere il problema un anno fa.
Hanno preferito usare i ragazzi per fare del male a me, giocando meschinamente sulle loro teste.
E io non ho potuto nemmeno difenderli. Impotente, là a guardare.
Saranno stati contenti. Non c’è modo migliore di umiliare un padre. Hanno avuto le loro soddisfazioni.
In Italia la giustizia non esiste, magari esisterà la giustezza ed un giorno qualcuno chiederà perché. O magari no, questione di circostanze. Adesso non importa. Io non mi ci ritrovo con l’odio e credo nemmeno con  il desiderio di vendetta. Sono sentimenti che mi sfiorano, a volte mi fanno salire il sangue al cervello, sul momento. Se ne vanno subito dopo, come l’onda sul bagnasciuga. Un saliscendi che non mi turba, un’onda che sposta la sabbia da una parte all’altra, come si spostano le mie attenzioni dalle persone quando ne scopro la pochezza.
La pochezza col tempo tende al nulla, se non la consideri.
Sarà che mi piace guardare avanti. L’odio e il desiderio di vendetta sono sentimenti di chi è abituato a guardarsi indietro. La vita è breve se ti guardi molto indietro ti appare ancora più breve. Meglio pensare ogni giorno che tutto stia iniziando di nuovo.
La pochezza si misura anche da quanto si ha bisogno di parlar male degli altri per far brillare se stessi.
Questa settimana, ospiti speciali di Antonella e Lorenza sono stati i miei suoceri.
Immagino già l’incontro. Mia suocera si sarà sperticata in elogi della sua progenie, tipo Nerone che cantava mentre Roma andava a fuoco. Un ‘’bravi buoni e corretti’’ riferito ai suoi figli non lo nega a nessuno. Non avrà risparmiato neanche Lorenza e Antonella. Poi si sarà dilaniata come le migliori prefiche nel difendere i valori della famiglia. Per rinsaldare i valori della sua famiglia è appena tornata da quindici giorni di vacanza, bella fresca per recitare lo sconforto. Lei ci crede talmente tanto in questi valori che ha tenuto insieme la sua famiglia in una morsa. Non si è ancora resa conto che ha stretto così forte da soffocare tutti.
Continuano a ripetersi tra di loro di avere una famiglia eccezionale e continuano a dir male degli altri. Come se dirselo possa significare che sia vero.
Mia suocera è una maestra nel parlare di sentimenti e valori. Roba sintetica, preconfezionata come la sua cucina. Nel praticare razzola con meno maestrìa.
Finge disperazione vera, se poi pensi che torna da quindici giorni di vacanza hai la vera misura della disperazione.
All’ultimo incontro in meditazione con la mia ex moglie stavamo programmando l’incontro dei ragazzi con mio padre e lei stava per partire con le filippiche contro la mia famiglia.
‘’ Ma ti sei vista ?’’ le ho detto. Ma ogni tanto guardi i tuoi prima di parlare male degli altri?
Non ho aggiunto altro.
Un padre gran puttaniere, un fratello tossicodipendente, una sorella bipolare, lei e mia suocera uguali e su loro mi riservo per la diagnosi definitiva. C’era bisogno di elencare? L’ho ammutolita per fortuna.
Credo che il pensiero del fratello tossico lo viva con grande vergogna. E’ quello che la ha azzittita.
Si dicono uniti, belli stretti e concordi soprattutto nel pisciare addosso al resto dell’umanità.
Penso che un uomo vale se è utile agli altri.
La pochezza è quella caratteristica che ti fa muovere solo per interesse personale. Chi pensa solo alla propria convenienza, non vale nulla. Agli altri non è utile.
Vengo da un mondo diverso. Dell’affetto dalle mie parti non si parla, l’affetto è materia. E’ una di quelle cose per cui non basta il pensiero. Se ne parla poco.
Quando ero ragazzo il poco non era pochezza, ci si viveva nel poco, ed era ricco.
Sono cresciuto in una famiglia agiata per l’economia delle mie parti. Con quattro figli bisognava comunque regolarsi ed avere delle priorità.
Non mi è mancato mai nulla, ma soldi in tasca mai, praticamente. Quando non c’era scuola o non fossi in campagna dai nonni , i pomeriggi li facevo per strada con altri ragazzi come me.
Se qualcuno avesse avuto qualche cento lire, rimediata dal regalo di una nonna o di un parente, la metteva a monte. Si spendeva almeno una mezz’ora per decidere insieme in quale oggetto del desiderio investirlo. Le scalinate in qualche piazza erano il nostro parlamento a cielo aperto.
Gli onorevoli amici in genere deliberavano per un ghiacciolo. Costava poco e durava molto. C’erano quelli tricolore che ci piacevano tantissimo, per 50 lire ne compravi uno. Si dava un morso a testa e poi chi aveva messo i soldi si godeva la parte finale, succhiando fino allo stecco. Era un codice non scritto ma nessuno si sognava di violarlo. A quei tempi ho imparato che il poco quando lo dividi, diventa tanto, un miracolo. Chissà che non fosse questo il senso della moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Non avere soldi in tasca era anche sinonimo di sicurezza. Poteva accadere di essere messi al muro da qualche banda di ragazzi un po’ caldi. Col temperino alla gola ti intimavano di consegnare quello che avessi in tasca. Girare le tasche e far vedere il vuoto, costituiva un lasciapassare.
Erano episodi che non si denunciavano, forse perché nessuno mai si è fatto male per fortuna. Il poco tentava di derubare il nulla al poco. Una specie di teatrino dell’assurdo che non faceva nemmeno paura. Alla seconda terza volta che ti facevano girare le tasche acquisivi un permesso definitivo  e ci diventavi anche amico. Poco con poco significava solidarietà all’epoca.
C’era una gran luce e una grande ricchezza in quei pomeriggi.
Ho ascoltato Mario. Ho ascoltato i suoi consigli miti come sempre.
Mario: ’’ Stai raggiungendo i tuoi obiettivi, capisco che non ha senso cercare l’accordo, ma cerchiamo sempre di non inasprire il conflitto. Per te è solo controproducente’’.
Paperino: Per me è poco ancora, Mario. Io non voglio essere spettatore della vita dei miei ragazzi. Prima ero emarginato, ora sono spettatore. Mio figlio ancora non risponde al telefono. Non posso nemmeno rimproverarlo. Se ne fotterebbe. Lo vedo, ma se lo rimproverassi quando lo vedo servirebbe solo a fargli capire che i miei rimproveri valgono un fico secco. Come faccio ad educarli se dall’altra parte non ho una sponda?
Mario: Paperino, con mia figlia oggi ho un ottimo rapporto. Devi sapere che dalla separazione non ha mai dormito con me e non è mai venuta in vacanza con me.
Paperino: No Mario. Per me non basta. Tu hai la tua esperienza e va bene per te. Io a fare lo spettatore non ci sto.
La pochezza si misura anche dalla disponibilità a cedere.
Chi ha apprezzato il poco, non cede.

33 pensieri riguardo “C’era una volta il poco

  1. La profondità nel sentire ti può sedurre al lato oscuro. Sganciati, rimarrai nobile e sarai felice con i tuoi figli.
    Un abbraccio come sempre

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    1. Si , oggi una giornata particolare . Sono stato ad un incontro e ho visto la proiezione di cortometraggio .

      Si chiama mamma non vuole. È incentrato sulla alienazione genitoriale . Alla fine della proiezione uno dei tanti padri presenti si è avvinghiato al regista che era in sala e ha pianto disperato . Lo hanno dovuto staccare dopo un bel po’. Vedere accanto a me tanta tristezza è stata tosta. Quelli che avevano reagito meglio guardavano nel vuoto . Il lato oscuro certe volte più che sedurti ti piomba addosso come un secchio di merda. Ci metti un po’ a ripulirti e ripartire. 🙂 😘😘😘

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  2. il 5 dicembre è il giorno del giudizio (e non solo per te, ma per tutti noi 😉 )

    l’avvocato fa il suo mestiere ma è un ben brutto mestiere … brutto perché inappuntabile ma eticamente e moralmente penoso, sono solo astuti fabbricanti di bugie “convincenti” … i loro “clienti” poi …

    la pochezza umana è diffusissima ma nel contempo poco riconosciuta … causa pochezza appunto …

    essere tra color che la “vedono” è già sintomo di non esserne affetti …

    essere uno che riesce a lasciarsi dietro le spalle risentimenti e rancori è veramente una dote poco comune …

    buona domenica e … a presto 🙂

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    1. Ciao Claudio. Buona domenica a te! In questo periodo ne sto vedendo di pochezza! Dopo che ne vedi tanta la distingui bene. Ti dirò forse si vive meglio … la gente che mi da di poco spesso fa una bella vita. Buon per loro… !!!

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  3. Sentimenti e emozioni non sono contemplati in Tribunale. Solo carte, documenti, scartoffie. Emozioni … zero.
    Avrai a che fare nelle “aule”, con un mondo ottuso e appagato in sè stesso, dove non è consentito esprimere necessità interiori che non sono rappresentabili in proprietà, soldi, procedure, notifiche e protocolli. Si sfiora, ma solo per dare una parvenza di umano a questo baraccone, la “moralità”.
    Per il Giudici, te, tua moglie, i tuoi figli e la vostra storia, siete solo un numero di fascicolo. Fascicolo che si apre, si evade, si chiude e avanti un’ altro.
    Fattene una ragione, ma senza mollare mai, perché fuori dal “tempio della giustizia”, rimanete voi e solo voi, con la vostra storia. Il fascicolo invece, resta in quel tempio vuoto, sepolto di polvere e nulla, in qualche scantinato.

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    1. Si ho ben in mente quello che dici. Mi è capitato di avere a che fare. Speriamo di non essere macellati! Servirebbe quella che si chiama una botta di culo! 🙂 anche io ho una bassissima considerazione del mondo dei tribunali. Forse davvero il trucco in questi casi è abbassare le aspettative . Quello che arriva sarà tutto grasso.

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      1. Daiiiii… sono contenta… almeno anche tuo papa ha potuto stargli un po vicino…
        Piano piano arriverà quel nuovo equilibrio che cercate e che è giusto che sia!

        Scusa se ci ho messo tanto a rispondere ma non mi faceva entrare..
        Ho cell nuovo e due giga in piu: ora posso essere piu presente e leggere piu spesso i miei amici di bloooog!

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      2. Ci rinnoviamo eh? 🙂 …si, sto tentando di ricostruire tutto. E’ una fatica ma si fa come se non potessi fare diversamente. Sono di quelle cose che hai nel DNA e non puoi far finta di nulla, sei costretto ad ubbidire.

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  4. ma davvero tutto è finito per una tua scappatella o relazione? mi sembra davvero troppo poco… mi domando quale matta di madre getterebbe alle ortiche la famiglia che ha costruuito (tanto più con figli) per una stupidaggine rimediabilissima, che tra l’altro capita un po’ a tutti (e tutte), dov’è il perdono? e della saggezza, neanche a parlarne, ma sarà poi vero che studiare in fondo non serve a molto e che si laureano tanti cretini… senza voler offendere nessuno. ciao

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      1. Non sono avvocato…. a quanto ho capito esiste, ma non la considera più nessuno… credo solo l’avvocato di mia moglie e i suoi familiari. L’idea che mi sono fatto è che:
        1) L’avvocato di mia moglie la usa per estorcerle dei soldi, le fa credere che può ottenere chissacchè.
        2) Con la scusa che io me ne sia andato per un’altra mia moglie salva la faccia con la società. Cosa a cui tengono molto. Lei non è folle, sono io lo stronzo.
        3) Papà ci ha abbandonato per un’altra, il messaggio per i ragazzi. Non ci passa nemmeno i soldi per mangiare. In questo modo mi hanno punito, secondo loro. In realtà hanno fatto del male ai miei figli.

        Così leggo io i fatti, è la ragione che mi son fatto di tutto quello che ho vissuto nell’ultimo anno e mezzo.

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      2. Se puoi ingoia per amore dei figli. L’ infelice è lei, peccato. Tieni presente che i tuoi figli sono anch’essi uomini e che alla fine ti capiranno, verrà anche per loro quel tempo. Tua moglie così facendo non si sta preparando una bella vecchiaia…

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  5. Con personaggi del genere tenere bassi i toni mi sembra la migliore strategia. Però essendo pronti ad affondare il colpo quando serve, come quando tu hai fatto notare a tua moglie i semplici “fatti” della sua famiglia, senza invenzione alcuna. Immagino che il tuo avvocato abbia presente questo dettaglio.
    Se il giudice non è un’imbecille, capirà.

    La storia del filmato… è davvero così diffuso? No perchè io mi trovo a spingere perchè mio figlio stia col padre, ma trovo una grande indifferenza dall’altra parte. Giusto l’altro giorno il mio ex marito mi ha fatto notare che poichè il nostro ragazzo ha passato due fine settimana di fila con lui (con lui… in realtà passa poche ore con lui, ma lui deve essere pronto ad andarlo a prendere sabato sera, così non è libero di fare quel che gli pare come tutti gli altri giorni. Perchè lo vede solo un giorno ogni quindici), bisognava riequilibrare la cosa.
    Ma sono proprio un’aliena io?

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    1. Tu aliena io alienato!!!! Ho partecipato ad un convegno. Pare che nel 30 per cento delle separazioni i padri abbiano difficoltà a vedere i figli. Nel cortometraggio ho rivissuto parecchie mie situazioni. Parole incredibilmente identiche. È uno stereotipo ormai.
      Non so a tuo marito. A me i ragazzi mancano.

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      1. Mio figlio sta molto meglio con sua morosa.
        E anche il padre la pensa così (che sta meglio con la morosa, il padre si intende).
        Solo che se il padre provasse a parlarci e a fare qualcosa di interessante con lui, tutto si risolverebbe.
        Il vero problema si riassume in questa risposta che mi ha dato mio figlio tempo fa:”lo sai com’è papà”.
        Sì io lo so, infatti mi sono separata. Però un ragazzino non avrebbe dovuto averne così acuta consapevolezza. E’ più maturo il figlio del padre, e si comporta di conseguenza.
        Il mese scorso lo avevo avvisato che magari dopo cinque anni che il giorno di Natale stava con me, suo padre poteva volerlo con lui… che si preparasse.
        Il padre la scorsa settimana mi ha detto: “a Natale sta con te, no?”
        Tu che dici? E’ un buon rapporto?

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      2. Un padre distratto … 🙂 la distrazione è un lusso che non posso permettermi nel rapporto coi miei figli attualmente. Ieri sera la mia ex moglie mi ha informato del fatto che il piccolo stesse andando ad una festa di compleanno . Le ho chiesto se potessi andare a prenderlo io al ritorno . Mi ha detto di no. Come vedi è tutto una questione di prospettive. La costante è che gli stronzi stanno meglio !

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  6. Chi ha avuto un’infanzia come la tua, brillante di luce propria, la pochezza non può accettarla, e diventa una montagna insormontabile. Ci stanno andando giù duro dall’altra parte eh!? leggendo quella relazione dell’altro avvocato… la pochezza era materia palpabile proprio ehssì^^
    Per il resto… tu saprai già benissimo da te, chetelodicoafare, che devi fare e dire sempre ininterrottamente le tue cose da genitore, poi i frutti se li troveranno dopo, anche a quarantanni… non ti preoccupare….

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    1. Non sono vecchio ma nemmeno più giovanissimo. Mi rendo conto che la cosa migliore da farsi in questi casi è mantenere la calma. Tenere presente quanto succede intorno, ma agire come se non venissi provocato. Lo faccio anche con i ragazzi. Cerco di parlare e rispondere come facevo quando ero a casa. Ho l’illusione di dare un punto di riferimento . Magari l’illusione è vera. 🙂

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