Quando sei ragazzo e studi, impari. Capita però come è capitato a me di non metabolizzare immediatamente tutto. Io ho fatto il liceo classico, molte cose le ho studiate anche bene. Ero piuttosto bravo ma non ero maturo abbastanza per coglierne il senso profondo.
E’ vero che per sapere veramente bisogna sentire. Quando le cose le senti, il sapere acquista un altro valore, si apre. Come una farfalla che esce dal bozzolo.
Una delle più belle cose lette all’epoca fu l’episodio di Ettore e Andromaca alle porte Scee, nell’Iliade di Omero.
Imperversa la battaglia, I troiani sono assediati da anni e stanno per essere sconfitti. Ettore, il più valoroso dei troiani sa che probabilmente a breve morirà. Si reca ad abbracciare moglie e figlio. La moglie Andromaca tenta di convincerlo a fuggire, lui non può tollerare. Non cede perché il disonore lo segnerebbe a vita. La scena si chiude con un momento di rara delicatezza: di fronte al piccolo Astianatte, che urla disperato voltandosi verso la nutrice perché in quel guerriero minaccioso e armato di tutto punto non riconosce il padre. Ettore si toglie l’elmo, mentre sorride dolcemente e prende in braccio il figlio.
Detto questo, Ettore tese le braccia al figlio;
ma egli si voltò verso il seno della nutrice,
urlando spaventato dall’aspetto del padre,
dalla lancia e dal cimiero irto di crini di cavallo
che vedeva agitarsi terribili sull’elmo.
Sorrise il caro padre e la nobile madre,
e subito Ettore si tolse l’elmo e lo posò per terra
luminoso. Poi baciò il figlio amato,
lo fece saltare sulle braccia e disse pregando Zeus
e gli altri numi: ‘’ Zeus, e voi dei del cielo,
fate che mio figlio cresca e diventi come me
uno dei primi Troiani, pieno di forza
e che regni sovrano su Ilio, così che qualcuno
possa dire di lui che torna dalla guerra:
‘’ E’ molto più forte del padre’’. E che porti
le spoglie insanguinate di un nemico
e ne abbia gioia in cuore la madre’’.
Dopo queste parole mise il figlio
In braccio alla cara sposa. Ed essa lo strinse
al petto odoroso sorridendo fra le lacrime.
Le ragazzine sognano di diventare delle principesse, io, ai tempi, mi ero immaginato la mia vita così, come Ettore. Sarà per la prossima. Adesso dopo un periodo di stanchezza e pensieri è tornato il momento di rimettere l’elmo. La guerra non mi è mai piaciuta, sono un uomo di pace.
A volte non se ne può fare a meno purtroppo, l’orrore che mi viene recapitato dal tribunale non permette altro. E battaglia sia.
Caro Giudice Citto o chi lo sostituisce,
siamo AAAAA e BBBBB rispettivamente di 16 e 15 anni (non vero… ancora 14 e 15) frequentiamo rispettivamente il III liceo scientifico e il II liceo scientifico di Paperopoli, viviamo in via dei fiori zona Cascina, le abbiamo deciso di scriverle questa lettera per comunicarle che Lei ha stabilito dei giorni in cui dovremmo andare a vivere con nostro padre che vanno da giovedì a lunedì a settimane alterne a partire dal mese di ottobre, ma vorremmo farLe sapere che noi non è che non vogliamo vedere i passare del tempo con nostro padre, che tra l’altro abbiamo sempre visto anche tutti i giorni, pranzato o cenato in base alle necessità e agli impegni recirproci, nonché fatto anche dei piccoli viaggi con lui.
Ma non vogliamo andare a vivere a casa sua tutti quei giorni consecutivi, da giovedì a lunedì come stabilito arbitrariamente, perché vogliamo vivere a casa nostra dove abbiamo tutte le nostre cose e le nostre abitudini, tra l’altro dobbiamo studiare e stare tranquilli e sereni, mentre lì in campagna dove vive nostro padre, Contrada Monteamaro, dove siamo già stati questa estate per una settimana ci siamo sentiti isolati non potendoci muovere neanche in maniera autonoma e poi quando lui va a lavoro, noi restiamo soli in campagna bloccati sentendoci isolati.
(La settimana che sono stati con me non ho lavorato. Sono stato a loro disposizione 24 ore su 24 come sempre del resto. Li ho portati su e giù fino a 6 volte al giorno assecondando ogni loro desiderio)
Noi abbiamo bisogno delle nostre cose e di continuare ad avere le nostre abitudini, nonché la nostra indipendenza di movimento. (AAAAA ormai da un anno si muove in moto da solo) cosa che lì in campagna aperta non abbiamo. (Nella mia strada lunga 300 metri ci sono 18 abitazioni… campagna aperta). Tra l’altro non siamo stati abituati in tutti questi anni a vivere così lontani dalla città e dalle comodità e quindi ci sentiamo veramente isolati e non nascondiamo di avere anche un po’ di paura a stare lì da soli.
Nessun nostro amico può neanche raggiungerci in maniera autonoma, e non abbiamo nulla delle nostre cose in quel posto e rimane comunque una casa molto disabitata. Inoltre noi oltre a voler stare a casa nostra, non ci va di passare tanti giorni lontani da nostra mamma a cui siamo molto legati. Quindi preferiremmo poterci mettere d’accordo con lui per vederci di volta in volta in base ai nostri e ai suoi impegni visto che noi dobbiamo studiare, fare sport e frequentare i nostri amici e lui è sempre impegnato per il suo lavoro. Negli anni passati non c’è mai stato, era sempre fuori per lavoro, (questa è di gran lunga la più grossa) e quindi non abbiamo neanche molta confidenza nel parlare delle nostre cose e non crediamo lui abbia neanche molto tempo da dedicarci.
(penso a tutte le sere che facevo i compiti con loro, ogni sera di ogni santo giorno. Stanco, pieno di problemi e col sorriso. Mi viene una grande amarezza).
Questo non vuol dire che non vogliamo passare del tempo con lui ma non vogliamo stabilire dei giorni fissi e soprattutto prolungati, va bene il fine settimana ma per il resto ci sembra opportuno poterci mettere d’accordo con lui di giorno in giorno, come d’altronde facciamo visto che lui a volte sposta i giorni per i suoi impegni lavorativi. (Non è mai accaduto…. In un anno ho annullato qualsiasi impegno pur di stare con loro)
Anche perché durante la settimana finiamo gli allenamenti in tardo pomeriggio o in tarda serata e poi andare a cenare fuori con nostro padre risulta, in alcuni giorni in cui abbiamo molti compiti, veramente difficile anche perché ci porta sempre in giro per ristoranti. (non sono mai venuti…. a cena durante la settimana …. Mai… ma è funzionale ad alzare il mio reddito davanti al giudice)
A volte lui ci minaccia dicendoci che ci farà vivere con lui per quindici giorni consecutivi e che non sappiamo di cosa sia capace e che procederà per vie legali, inltre dice di venire a vivere a casa al posto di nostra madre, e noi non vogliamo questo. Ci sentiamo come si ci minacciasse. Pertanto chiediamo anche di poter essere sentiti personalmente nella prossima udienza per poter esporre meglio le nostre motivazioni.
LA salutiamo
AAAAA e BBBBB Paperino.
…..
Ettore si commosse, l’accarezzò con la mano e le disse:’’ non essere in pena per me, infelice. Non uno, contro il destino, mi farà precipitare nell’ Ade. … Gli uomini di Troia penseranno alla guerra: Io più degli altri”.